il manifesto 12.11.17
«Ostia non si piega ai violenti: noi cittadini ci siamo»
La
manifestazione. In migliaia al corteo che attraversa il quartiere di
Roma. In piazza la sindaca Raggi, Mdp e Sinistra italiana. Assente il
Pd. Una troupe di Rai2 era stata aggredita, ma non mancano i fischi di
alcuni grillini ai giornalisti. Un invito a votare al prossimo
ballottaggio, a partecipare alla vita pubblica: «C’è il mare, potremmo
essere la nuova Barcellona: e invece qui regnano paura e rassegnazione»
di Antonio Sciotto
OSTIA
(ROMA) «Io non sono così». «Casa, lavoro e dignità: no alla violenza
fascista e mafiosa». «Io voto perché amo Ostia». Ostia non si arrende e
due giorni dopo l’aggressione alla troupe di Rai 2 da parte di Roberto
Spada scende in piazza per dire no alla mafia e alla sopraffazione.
Domenica 19 si vota il ballottaggio per l’elezione del municipio (Ostia è
una maxi circoscrizione di Roma con 250 mila abitanti) ma vista
l’altissima astensione al primo turno ogni persona scesa a manifestare è
preziosa. A dieci minuti dall’avvio del corteo, in piazza della
Stazione c’erano solo poche centinaia di cittadini, ma poi in una
mezz’ora il corteo si è ingrossato parecchio, portando a sfilare
migliaia di persone verso piazza Gasparri, a Nuova Ostia – il luogo in
cui il giornalista di Nemo Daniele Piervincenzi e il videomaker Edoardo
Anselmi sono stati aggrediti e picchiati.
IN PIAZZA ANCHE LA
SINDACA di Roma, Virginia Raggi, che aveva chiamato alla mobilitazione
dal blog di Grillo, sovrapponendo il proprio messaggio a quello degli
organizzatori originari, la piattaforma civica di associazioni e liste
politiche «Ostia solidale», tra cui il Laboratorio civico X di don
Franco De Donno. Questa circostanza ha determinato l’assenza polemica
del Pd dal corteo, fatta eccezione per il sindaco della vicina
Fiumicino, Esterino Montino; il Partito democratico, tra l’altro, non ha
voluto dare indicazioni di voto per il ballottaggio. A scontrarsi
saranno la candidata Cinquestelle, Giuliana di Pillo, e Monica Picca del
centrodestra, ma anche simbolicamente pesa quel 9% che ha votato i
neofascisti di Casapound. La sinistra, con Mdp e Sinistra italiana,
invece è scesa in piazza: i due partiti hanno dato indicazione di voto
per la candidata Cinquestelle, necessario in ogni caso non far avanzare
le destre.
Nota particolarmente stonata, i fischi e le invettive
che a un certo punto una parte dei militanti grillini ha indirizzato
verso le telecamere e i giornalisti, al solito indicati come «di
regime». Creando un corto circuito con una manifestazione indetta
proprio per difendere un giornalista nello svolgimento del suo lavoro.
PRESENTE
UNA DELEGAZIONE ANPI, e molti studenti. Alessandro e Matteo, di 16 e 17
anni, frequentano l’istituto tecnico di Ostia: «Volevamo essere in
piazza insieme agli altri cittadini – ci spiegano – Le nostre famiglie
sono andate a votare, e anche noi lo faremo da maggiorenni, ma c’è tanta
gente, anche ragazzi come noi, che non credono che il voto cambi le
cose». Matteo, in particolare, crede nel messaggio dei Cinquestelle:
«Innanzitutto perché sono nuovi – dice – Mi convincono perché dicono di
voler cambiare, e qui a Ostia abbiamo molto bisogno di un cambiamento».
Alessandro aggiunge che «non in tutti i quartieri si percepisce la
violenza che abbiamo visto in questi giorni, ma noi sappiamo che nella
periferia ce n’è tanta. E i ragazzi di quelle periferie, le periferie
della stessa Ostia, molto probabilmente oggi non sono venuti a sfilare
in corteo».
La sindaca di Roma fa lo slalom tra le telecamere, e
spiega di non voler polemizzare per l’assenza del Pd in piazza. Il Pd ha
già annunciato che sarà presente alla manifestazione di giovedì
prossimo, il 16, con Fnsi e Libera. «Noi saremo anche al corteo di Fnsi e
Libera – replica Raggi ai giornalisti – perché la mafia è qualcosa che
si deve combattere quotidianamente».
PER ARTICOLO UNO-MDP c’è una
delegazione, composta tra gli altri dai deputati Roberta Agostini e
Alfredo D’Attorre. Un altro deputato di Mdp, Arturo Scotto, aveva
replicato a Beppe Grillo, che aveva respinto qualsiasi alleanza con la
sinistra a partire dalle proposte di legge sull’articolo 18, mettendo in
relazione il voto della Sicilia con quello di Ostia: «Abbiamo visto in
Sicilia – ha spiegato – che questa volta il richiamo del voto utile è
scattato nei confronti dei Cinque Stelle e non del Pd. Pur di non far
vincere Musumeci, una quota degli elettori del centrosinistra ha votato
per Cancelleri. Noi non siamo stalker di nessuno: con i Cinque stelle
non parlerei di alleanze, ma di convergenze su battaglie politiche. Per
questo saremo a Ostia per solidarietà nei confronti del giornalista e
dell’operatore aggrediti da uno Spada e al ballottaggio ci impegneremo
per impedire che si affermino scenari inquietanti che diano respiro ai
fascio-mafiosi».
Per Sinistra Italiana una delegazione con, tra
gli altri, Loredana De Petris e Stefano Fassina. «La sinistra deve
ritrovare il suo popolo e uscire dall’arroccamento nei centri storici
delle città. Il nostro abbandono di queste zone è coinciso con l’arrivo
di altri ma sono arrivate risposte sbagliate», dice Fassina. Il
riferimento è alla destra e a Casapound, e infatti anche Fassina ha
invitato a votare Cinquestelle al ballottaggio del 19: «Sinistra
Italiana ha riaffermato in modo netto la discriminante antifascista e
antimafiosa – ha spiegato – Se fossi residente a Ostia voterei
Cinquestelle, non si può essere equidistanti come fa il Partito
democratico: mi pare una tattica politicista irresponsabile».
IL
CORTEO PROCEDE spedito verso piazza Gasparri, anche se poi verso la fine
la parte «civica», quella dei movimenti e delle associazioni, si
fermerà in piazza delle Sirene per tenere un’assemblea, mentre la prima
cittadina Virginia Raggi proseguirà con un altro spezzone verso Nuova
Ostia, non senza polemiche e tensioni tra le due parti presenti in
piazza.
«Io non delego!!! Voto!». Adriana Fornaro porta un
cartello con molti punti eslcamativi, a segnalare quanto sia importante
andare a votare al ballottaggio del 19. Lei è presidente del comitato di
quartiere «Amici della Madonnetta», vive nell’entroterra di Ostia. «Se
la violenza a Ostia è diffusa? A parte il comprensibile rilievo
mediatico dato all’aggressione al giornalista – risponde Adriana – in
molte zone di Ostia il malaffare e l’intimidazione sono gesti
quotidiani». «A me è capitato di dover combattere con il mio comitato
delle speculazioni edilizie – riprende – La prima volta mi hanno offerto
soldi, dicevano per aiuto al comitato. Poi addirittura un appartamento.
Non ho ceduto e alla fine mi hanno fatto trovare dei messaggi
intimidatori in giardino».
GIACOMO HA 20 ANNI e studia Storia, fa
parte della piattaforma civica di associazioni «Ostia solidale»:
«Abbiamo organizzato noi questa manifestazione, che è di tutti i
cittadini di Ostia e non soltanto dei Cinquestelle», ci tiene a
sottolineare. «Io sono andato a votare, certo, ma sicuramente qui a
Ostia c’è ormai uno scollamento tra i cittadini e le istituzioni, i
partiti politici. E allora poi passa un voto interpretato come “di
rottura”, come quello dato a Casapound». «Ma purtroppo – riprende – i
giornali e le tv adesso raccontano solo le loro iniziative nelle
periferie, ma qui non c’è solo mafia o fascismo: esistono altre realtà,
anche di autorganizzazione, alternative a quelle delle destre. Certo,
forse a Ostia è più difficile che altrove, ma vorremmo che i media
raccontassero anche quelle: i giornalisti dovrebbero contribuire a non
far sentire noi cittadini isolati».
Maria Grazia e Giovanni sono
fratello e sorella: vivono ad Acilia e studiano Roma, lei Economia e lui
Fisioterapia. «Io ero scrutatrice – spiega Maria Grazia – Al mio seggio
su 1251 aventi diritto sono venuti a votare solo in 360, e molte erano
schede nulle. Un panorama sconfortante. Mi fa rabbia perché Ostia
potrebbe essere il quartiere più bello di Roma, la nuova Barcellona:
abbiamo il mare». Eppure esistono, aggiunge Giovanni, «due Ostie»:
«Quella centrale, tranquilla e benestante, e poi, andando verso Nuova
Ostia, ci sono le periferie, totalmente abbandonate: a parte i politici,
è difficile perfino trovare un posto di blocco che possa mettere paura
alle mafie che le controllano».