Il Fatto 7.11.17
“Chi ci guida non deve essere calato dall’alto”
Anna Falcone - L’avvocato, animatrice della sinistra civica: “Il percorso parta dal basso, serve legittimazione”
“Chi ci guida non deve essere calato dall’alto”
di Tommaso Rodano
“Le
elezioni siciliane dimostrano che il centrosinistra è un luogo politico
che non esiste più. E che ora serve coraggio”. Anna Falcone (con Tomaso
Montanari) è l’anima della “sinistra civica” nata dall’assemblea del
teatro Brancaccio di Roma, il 18 giugno. “Con il risultato di Fava –
aggiunge – la sinistra torna nell’assemblea regionale siciliana dopo
tanti anni di assenza. Ma abbiamo obiettivi più ambiziosi. Bisogna
riportare la gente a votare. Dobbiamo lavorare sul coinvolgimento di una
base larga e popolare”.
Hanno votato in pochissimi, ma la destra mobilita il suo elettorato (anche a Ostia), la sinistra no. Perché?
Veniamo
da 25 anni di governo della destra. In prima persona o diversamente
interpretata dalle politiche renziane, ispirate alla cosiddetta ‘Terza
via’. La destra ha convinto i suoi elettori che esistono soluzioni
semplici alla crisi, anche se le sue politiche non hanno fatto altro che
aggravarla. L’elettore di destra si accontenta, quello di sinistra
aspetta una proposta coraggiosa, e resta a casa.
La proposta più coraggiosa sarà la lista unica con Mdp e gli altri partiti di sinistra di cui si parla da mesi?
Il
nostro appello, da giugno, è far nascere una lista unica a sinistra che
tenga insieme le parti migliori della politica e della società civile.
Non c’è alternativa al coraggio. Come quello che in Spagna ha portato
alla partecipazione civica di Podemos o in Inghilterra, con Corbyn, ha
permesso la rinascita di un partito che rappresenta il mondo del lavoro e
un modello di sviluppo alternativo alle politiche mercantilistiche che
hanno umiliato i diritti delle persone. Su questi temi – lavoro, scuola,
sanità, ricerca, ambiente – le convergenze si trovano. Ma chiediamo
l’applicazione di un metodo democratico, che vale anche per le
candidature.
Vale anche per Pietro Grasso? Sul suo nome sembrano d’accordo tutti, da Bersani fino a Vendola.
È
una figura che si è guadagnata, per la sua storia personale, assoluta
stima e credibilità. Ha un sincero radicamento nei principi democratici e
costituzionali di questo paese. Non conosco le sue determinazioni , ma
sono convinta che anche lui chiederebbe a sua garanzia una
legittimazione democratica di una sua eventuale leadership.
Ovvero le primarie?
Dobbiamo
discutere anche del metodo. È evidente che le primarie aperte, o
chiamare a votare chiunque passi per strada, non sarebbero il massimo
della trasparenza. Ma chi partecipa a questo percorso deve poter
esprimere il suo voto sul programma, le candidature e la leadership.
Si parla anche di un ticket Grasso-Falcone.
Non
sono interessata. I leader vengono dopo e dovranno essere legittimati
dal basso. Io e Montanari siamo garanti, non abbiamo intenzione di
proporci. E poi mi creda: i tatticismi e le lotte per la leadership non
appassionano nessuno. Alle persone interessa sapere dove si va e quanto
si è credibili.
Ha ragione, ma il tempo stringe e dovrete pur scegliere una formula.
Stiamo
lavorando a un testo condiviso, che uscirà a brevissimo, per iniziare
un percorso comune e aperto a tutte le forze civiche e della sinistra.
Qualsiasi documento, per quanto ci riguarda, sarà sottoposto alla nostra
prossima assemblea, il 18 novembre.
Avete paura che la lista unitaria sia un’operazione di apparati politici, che finisca con un altro 5%.
Nessuna
paura. La sinistra non deve avere paura dei cittadini, né di mettersi
in gioco su un grande programma di superamento delle diseguaglianze e
delle enormi ingiustizie di questo paese. Pensi alla forza politica che
potrebbe avere, anche rispetto all’Europa, una sinistra che mette la
Costituzione alla base del suo programma.