lunedì 6 novembre 2017

Il Fatto 6.11.17
Salerno, arrivano in porto 26 cadaveri di donna recuperati in mare di fronte alle coste della Libia
Ipotesi di tratta - Il Prefetto: potrebbero essere state uccise. Due sospetti
Salerno, arrivano in porto 26 cadaveri di donna recuperati in mare di fronte alle coste della Libia
di Angela Cappetta

Ore 9.10, molo Manfredi di Salerno. La nave spagnola Cantabria sta per attraccare alla banchina con a bordo 375 migranti. È il ventiduesimo sbarco in quasi quattro anni nella città a sud di Napoli, ma quello di ieri mattina è stato scandito dal silenzio della morte: 26 corpi di donna, recuperati nel mar Egeo di fronte alle coste della Libia. Uno, due, tre, quattro: chi assiste allo sbarco conta il numero delle bare che vengono calate lentamente dalla poppa della nave. “Una tragedia dell’umanità. – l’ha definita il prefetto di Salerno, Salvatore Malfi – Abbiamo già avuto altri morti, ma su questa nave sarà tutto più complicato, anche come impatto morale. Siamo ancor di più in stretta collaborazione con la Procura della Repubblica perché potrebbe trattarsi di ventisei omicidi. Bisogna vedere se si trova qualche soggetto su cui concentrare l’attenzione o se si procederà contro ignoti. Che qualcuno abbia fatto morire queste donne e non sia stato un fulmine arrivato dal cielo è una cosa ovvia”. Di queste donne non si sa ancora niente. Non hanno nome, né età. Solo l’autopsia disposta dalla Procura di Salerno, che sta indagando sulla loro morte, potrà dare qualche certezza. La maggior parte delle vittime sembra avere un’età che oscilla tra i 14 e i 18 anni e pare che siano quasi tutte di nazionalità nigeriana. L’unica certezza finora è una mappa divulgata dalla Capitaneria di Porto di Salerno che evidenzia il punto esatto in cui i gommoni con a bordo le vittime sono affondati la scorsa notte. Quattro sono state le operazioni di salvataggio nelle acque internazionali di fronte alle coste della Libia.
La Procura di Salerno ha aperto un fascicolo con l’accusa di strage dolosa di genere e già ieri mattina il procuratore aggiunto Luca Masini è salito a bordo della Cantabria per un primo sopralluogo. Qualche ora dopo, negli uffici della squadra mobile di Salerno sono stati ascoltati vari migranti ospitati a bordo della nave spagnola. L’attenzione sembra concentrarsi sulla figura di due giovani maghrebini che, a guardarli, sembrava non portassero addosso i segni di un viaggio costipato nei pochi metri di un gommone d’emergenza. Ieri sera, alle venti, i due giovani erano ancora sotto interrogatorio. La Procura non si azzarda a fare ipotesi e il prefetto tende ad escludere collegamenti con la tratta finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, ma da indiscrezioni sembra che gli inquirenti siano convinti che le giovani donne siano state vittime di maltrattamenti avvenuti prima o contestualmente al naufragio. L’autopsia sui ventisei cadaveri comincerà stamattina.