Il Fatto 28.11.17
Filippo Neri, il santo che per Goethe liberò Dio nel tempo di Lutero
Raccolte in un volumetto le pagine del grande letterato tedesco sul fondatore dell’Oratorio a Roma
di Fabrizio d’Esposito
La
Chiesa di Roma e i cattolici non piacevano per nulla al genio di Johann
Wolfgang Goethe. Con qualche eccezione: san Filippo Neri, il santo
umile e umorista che al cinema e in televisione è stato interpretato da
Johnny Dorelli (1983) e Gigi Proietti (2010).
San Filippo Neri
visse nel sedicesimo secolo e fu grande nemico della vanità nonché
fondatore a Roma dell’Oratorio, con cui avvicinò tanti ragazzi alla
fede, anche giocando e cantando in chiesa (per fortuna all’epoca non
c’erano ancora i tradizionalisti). Fu amico di papa Clemente VIII e
rifiutò persino la porpora cardinalizia. Due secoli dopo Goethe fece il
suo leggendario viaggio in Italia, tra il 1786 e il 1788, e rimase
folgorato, nonostante l’avversione per il papato, dalla figura del
santo. Ne scrisse delle meravigliose pagine che formano un volumetto
uscito per Edb (Edizioni Dehoniane Bologna) nella collana “Lampi
d’autore”: Il santo spiritoso, breve biografia di Filippo Neri (60
pagine, 8,50 euro).
Il testo goethiano, seguito da una nota del
saggista Vito Punzi, è attuale anche per la concomitanza dei cinquecento
anni della riforma luterana: “Ancor più significativo è che ciò
avveniva al tempo di Lutero e che nello stesso periodo, proprio in Roma,
un uomo capace, timorato di Dio, energico, attivo aveva avuto anche lui
l’idea di mettere insieme il sacro, anzi il santo con il profano, di
introdurre le cose del cielo in quelle del mondo e di preparare anche
lui una riforma. Solo e soltanto qui infatti si trova la chiave per
aprire le prigioni papali e ridare al mondo così liberato il suo Dio”.
Goethe fu affascinato dalla forza fisica e spirituale di Filippo e
ignorò del tutto san Francesco durante la sua visita ad Assisi.
Come
ricorda Punzi nella nota finale: “Di san Francesco d’Assisi, sebbene
santo poeta e innamorato della natura, Goethe non si era accorto, anche
visitando Assisi. Ma ora scopre questo ‘santo umorista’ e se ne
invaghisce, ne riferisce gli aneddoti, le geniali stravaganze, l’acume
psicologico ammantato di paradossi”.
Ai suoi ragazzi, san Filippo
Neri ripeteva sempre una frase in romanesco, diventata quasi il suo
motto: “State bboni, se potete!”.