sabato 25 novembre 2017

Il Fatto 25.11.17
Leopolda 2017, i requisiti del perfetto renziano
di Andrea Scanzi

Ci siamo: è il gran giorno. Oggi comincia la Leopolda 8, imperdibile sin dal nome: “L8”. Per sceglierlo, i renziani hanno preso tre mesi di ferie. Certo, forse non sarà l’edizione migliore. Non ci sarà la regista Simona Ercolani, stranamente non confermata dopo le edizioni precedenti e la gloriosa campagna referendaria del 4 dicembre. Non ci saranno vip. A dirla tutta, non ci vuole andare nessuno. Non importa: se c’è Renzi, c’è spettacolo. Garantisce Eugenio Scalfari. La Leopolda 8, anzi “L8”, si preannuncia imperdibile. Lo staff renziano sta selezionando le nuove leve da sfoggiare per le prossime elezioni. Il “Renzi Casting” è partito da alcune settimane nel RenziTrain, che sta attraversando l’Italia con straordinario insuccesso e trasversale ignominia.
Il Fatto Quotidiano, grazie a un’operazione di hackeraggio ordita dai sommamente vili Marco Lillo e Davide Vecchi, può qui anticipare i requisiti che l’Amena Lince Goffa di Rignano chiederà ai suoi sudditi. Vediamoli in dettaglio.
Età. I candidati non dovranno avere più di 40 anni, per ostentare sin dall’anagrafe quel senso di nuovo e rottamatorio che esonda – come noto – da tutto ciò che è renziano. Coloro che oseranno candidarsi pur essendo nati prima del 1977 verranno, se va bene, passati per le armi. Se invece andrà loro male, saranno abbonati a forza a “Democratica”, la pubblicazione clandestina diretta da Andrea Romano. Che non legge neanche Andrea Romano.
Bruttini. I candidati dovranno essere bruttini. Ciò si ritiene necessario per far sì che Renzi possa continuare a coltivare l’illusione di non essere la copia stinta di Mister Bean, ma la variante aitante di Johnny Depp. È per questo che il Diversamente Statista si fa circondare dai Nardella, Lotti, Faraone, Anzaldi e Filippo Sensi. Nei rari casi in cui ad accompagnarlo c’è uno appena più guardabile (e non ci vuol molto), Renzi si cruccia. E a quel punto infierisce. È il caso di Matteo Richetti, zimbellato settimane fa in una diretta Instagram perché “stai perdendo i capelli.” Richetti ci è rimasto malissimo, ma non ha detto nulla: fedele al Duce, fino alla fine. Eia Renzi alalà.
Carfagne Deboli. Le candidate dovranno corrispondere allo stereotipo, da tempo sdoganato in tivù, delle droidi invasate. Meglio ancora, delle “Carfagne che non ce l’hanno fatta”: carucce, ma poi non così tanto; fedelissime al Capo, ma ancor più impreparatissime. Insomma: quelle che, quando ti ci imbatti, pensi: “Accidenti, in confronto Mara Carfagna pare Rosa Luxemburg”.
Gessati. Il look dei puledri renziani dovrà uniformarsi ai gessati di Ernesto “Ciaone” Carbone, affinché il quadro d’insieme ricordi Goodfellas di Martin Scorsese.
Poster. Tutti i candidati dovranno avere in camera il poster di Dario Nardella vestito da John Wayne ne Il grinta. I poster sono in vendita nel sito ufficiale di Maria Teresa Meli a 600 euro l’uno. Scontati.
Parla come Renzi. I candidati dovranno improvvisare alcune frasi da usare qualora fossero ospiti in radio o tivù. Qualche esempio: “Noi siamo per il futuro”. “Il cambiamento è Salvezza”. “Chi dice no è un gufo”. “Renzi è Luce, Boschi è Vita, Orfini è il nuovo Ardiles”. “Kennedy l’ha ammazzato Di Maio”. “La Gualmini mi ricorda Nilde Iotti, però io ci ho poca memoria”. E via così.
Voodoo Raggi. I Balilla Renziani più dotati verranno premiati con “Voodoo Raggi”, un bambolotto cucito a mano da Pina Picierno grazie al quale si potrà metaforicamente infilzare il sindaco di Roma. Per portarle sfiga, o anche solo per passare il tempo.
Filosofo di riferimento: Mario Lavia.
Programma preferito: La ruota della fortuna, ma solo perché è lì che ha iniziato Renzi. E tutto sommato, almeno come preparazione, lì è rimasto.
Artisti preferiti: Bono Vox. Però solo quello recente.
Giornalista preferito: Claudia Fusani. Che forse non è neanche una giornalista. Quindi è perfetta.
Scrittore preferito: Massimo Recalcati. Anche se non lo si è mai letto. Soprattutto se non lo si è mai letto.
Momento più bello della vita. Cenare a Eataly a lume di candela con Gozi, ascoltando Il Volo e riguardando Dirty Dancing, magari immaginando che “Baby” sia Alessia Morani e Patrick Swayze quel rubacuori impenitente di Genny Migliore.