Il Fatto 19.11.17
Poliziotti ai seggi e tanta indifferenza Ostia torna al voto
Oggi il ballottaggio per il presidente del X municipio romano tra M5S e FdI: decisivi gli elettori di Pd, Sinistra e CasaPound
Poliziotti ai seggi e tanta indifferenza Ostia torna al voto
di Andrea Managò
Sono
trascorsi più di quattro anni da quando nell’estate del 2013 il
Municipio X di Roma, quello del litorale di Ostia, ha scelto il suo
ultimo presidente. Poi è passato un mondo, quello di mezzo, con
l’inchiesta Mafia Capitale che ha squarciato il velo di omertà sulle
attività illecite della criminalità organizzata sul lungomare romano e
sulle sue connessioni con la politica. Prima l’ex presidente, il pd
Andrea Tassone si è dimesso, poi il Viminale ha sciolto l’ente per
infiltrazioni mafiose infine è arrivato il commissario, il prefetto
Domenico Vulpiani, in carica per oltre due anni. Oggi a Ostia e nei
quartieri dell’entroterra – 231 mila residenti in tutto – si torna a
votare col ballottaggio tra Giuliana Di Pillo dei 5Stelle e Monica Picca
di Fratelli d’Italia, sostenuta da tutta la coalizione di centrodestra.
La candidata pentastellata appare lievemente in vantaggio nei
pronostici della vigilia, ma l’affluenza si annuncia attorno al 30% e
allora tutto può accadere. In fondo, dopo il primo turno, le due
sfidanti erano divise appena da 2.300 voti e alle urne potrebbero andare
solo 60 mila persone. C’è un vento di destra, che al primo turno ha
premiato CasaPound con quasi 6 mila voti, ma anche una parte della
società civile che prova ad opporsi. Nei seggi ci saranno agenti in
borghese per vigilare che non si verifichino intimidazioni da parte dei
clan. Difficile il recupero degli astenuti, l’ago della bilancia
probabilmente saranno i voti di coloro che al primo turno hanno scelto
schieramenti fuori dai giochi al ballottaggio.
La giornata che
precede il voto sul litorale scivola via come un sabato qualunque: gente
in strada per lo struscio pomeridiano o nei caffè. Sarà la concomitanza
col derby Roma-Lazio o forse la disaffezione verso la politica. Perché
in campagna elettorale, complice il gesto di Roberto Spada con la sua
testata a un cronista che gli chiedeva del suo sostegno per l’estrema
destra di CasaPound, i singoli problemi del territorio sono finiti in
secondo piano. Certo, c’è l’emergenza legalità al primo posto: Di Pillo
promette più Polizia locale se venisse eletta e di dislocarne una parte
sulle spiagge in estate, Picca invece annuncia un assessore dedicato e
la richiesta di maggiori uomini delle forze dell’ordine. Ma a Ostia e
nei quartieri dell’entroterra, grandi in alcuni casi come piccole città
di provincia, manca anche tanto altro, a partire da trasporti di
qualità. Senza dimenticare mali antichi del territorio come l’abusivismo
edilizio e il dissesto idrogeologico. O il tessuto produttivo che,
oltre all’economia spesso infiltrata dalla malavita o con concessioni
tutte da rivedere degli stabilimenti balneari, non offre molto altro.
Per
andare e venire dal litorale romano ci sono due strade di grande
scorrimento, la via del Mare/via Ostiense e la Cristoforo Colombo,
quotidianamente congestionate, oppure la ferrovia Roma-Lido, che
necessita di un restyling integrale del tracciato. Due anni fa il
governo di Matteo Renzi promise fondi ad hoc ma finora non si è visto
nulla. Ora la sindaca Virginia Raggi prova a rilanciare il vecchio
progetto di arrivare navigando via Tevere, ma anche qui servirebbero
investimenti importanti. Una volta finita la campagna elettorale,
dossier importanti attendono sviluppi in Campidoglio: dal concordato di
Atac allo stadio della As Roma passando per il bilancio di previsione e
la gestione del patrimonio immobiliare. Scelte chiamate a caratterizzare
l’intero secondo anno del mandato della Raggi.