Il Fatto 13.11.17
Pisapia tentenna ancora “Guai se Renzi si isola” Boldrini gli ruba la scena
Grandi manovre - Oggi direzione Dem. La presidente scende in campo per l’ex sindaco
di Lu. Ce.
La
seconda e la terza carica dello Stato si contendono la leadership della
diaspora della sinistra alla sinistra del Pd. Uno spazio per ora
ristretto, affollato e diviso sul da farsi, a cominciare
dall’atteggiamento da tenere con la casa del grande fratello dem, per
ora stabilmente occupata da Matteo Renzi.
Dopo il presidente del
Senato, Pietro Grasso, che ha aperto da qualche settimana lo sportello
delle consultazioni per la “reunion” di Mdp, SI e Possibile, anche la
presidente della Camera, Laura Boldrini scende in campo ma per l’altro
competitor a sinistra del Pd, Giuliano Pisapia. Ma parlando dal palco di
“Diversa”, il convegno di area convocato ieri a Roma da Campo
progressista, Boldrini dà subito un dispiacere all’ex sindaco di Milano:
“Di fronte a tante espressioni di indisponibilità, allo stato attuale
purtroppo non sembrano esserci i presupposti per un’alleanza con il Pd”.
La posizione della presidente della Camera piace invece all’esponente
di Mdp, Roberto Speranza, che accoglie con entusiasmo la sua agenda
politica, definita “eccezionale”. Chi è progressista non può non essere
anche femminista, premette Boldrini che poi boccia in seguenza il Jobs
act (“il lavoro dovrebbe tirare fuori le persone dalla povertà, non
tirarle dentro. Non è stato creato lavoro, ma lavoretti”), i bonus a
pioggia (“gli incentivi devono essere strutturali e non elargiti come
oboli”) e dice un No tondo alla flat tax, ingiusta “perché fa parti
uguali tra disuguali”, proponendo di ripristinare per chi ha grandi
patrimoni la tassa sulla prima casa: “Come prevede la Costituzione, chi
ha di più deve contribuire di più”. Infine l’Europa: “Tutti dobbiamo
contribuire per creare gli Stati Uniti d’Europa. Disgregare l’Unione
europea è un atto autolesionistico”.
L’intervento da nuovo leader
del neonato Campo progressista della Boldrini, suggellato in sala da una
standing ovation, ruba la scena al discorso di Pisapia che torna a
tentennare in modo bipartisan tra Renzi e Bersani. “Lo dico al Pd,
l’idea dell’autosufficienza è un suicidio politico, non possiamo
lasciare il Paese alla destra”, luogo politico e culturale dove, secondo
il padre di Campo progressista, il segretario Renzi dovrebbe smettere
di guardare: “Guardi a sinistra: non ci può essere alcun cammino per chi
pensa che nel nuovo centrosinistra ci possa essere spazio per un nuovo o
un vecchio centrodestra”. Pisapia poi volge la testa e dice no anche
alla squadra di Grasso “una ridotta minoritaria che non ce la fa a
governare il paese”. Insomma per Pisapia quel che bisogna evitare è la
sindrome siciliana del centrosinistra diviso, che tanti dispiaceri ha
già affibbiato a Renzi e a Bersani e tornare in fretta a un’unica
coalizione. La pensa così anche l’ex segretario del Pd, Walter Veltroni,
da molti considerato il mentore del segretario del Pd, che ospite di
Lucia Annunziata su Rai 3 lo prende per le orecchie e detta le
condizioni a tutti: “Domani (oggi, ndr) alla direzione Renzi per prima
cosa annunci che vuole concludere l’iter di legge dello Ius soli e del
biotestamento e inviti ad un tavolo Grasso e le altre forze”. “Bisogna
cercare di costruire al centro e a sinistra – sostiene Veltroni – uno
schieramento capace di competere. Se no vince la destra o peggio, non
vince nessuno”.