lunedì 13 novembre 2017

Il Fatto 13.11.17
Basta con il pregiudizio delle donne che riducono gli ex mariti sul lastrico
di Selvaggia Lucarelli

Cara Selvaggia, ti racconto questa storia perché negli ultimi giorni si è parlato molto di donne che riducono gli ex mariti sul lastrico e li riducono a clochard, a vite tra sedili e cruscotti di automobili, a nullatenenti ricattati da avvocati avidi e cinici. La storia con il mio ex marito suggerisce che le cose non sono esattamente così. O meglio, lo saranno in qualche caso. In qualche eccezione. Solo che le cose eccezionali sono pure dall’altra parte. Il mio ex marito mi ha lasciata poco dopo la nascita della nostra unica figlia, Sofia. Si era banalmente innamorato di un’altra, una argentina che aveva conosciuto durante un viaggio di lavoro. Stavamo insieme da 10 anni, avevamo insieme una società di catering, per me era stato non dico l’unico uomo della vita ma quasi.
Mi sono ritrovata a 30 anni a crescere una figlia quasi da sola (lui viaggia moltissimo) e a sbirciare le foto su Facebook di lui su aerei e località sparse per il mondo con un’altra. Più bella, più giovane, più tutto. L’ho odiata, ho odiato lui, ho odiato la mia vita. C’era solo una cosa davvero adorabile: mia figlia. Dopo cinque anni di buio in cui lui prendeva la figlia qualche rara domenica, il mio ex ha cambiato vita decidendo di cambiare lavoro e di smettere di viaggiare. Si è sposato (sì, con lei) e ha comprato casa a 1 km dalla mia. Da quel momento ha cominciato a vedere la bambina con regolarità. Questo non vuol dire che i nostri rapporti siano tornati sereni, vuol dire che ha iniziato a fare il padre. E lo ha fatto piuttosto bene per tre anni.
Nel frattempo mia figlia si è affezionata alla compagna di lui. All’inizio ne sono rimasta sconvolta, poi mi sono abituata, infine mi sono sentita sollevata. Se dovevo affidare mia figlia a un’altra donna, era meglio che quella donna fosse una persona amabile piuttosto che una stronza per assecondare le mie frustrazioni. Mi piaceva persino che mia figlia iniziasse a imparare lo spagnolo, che mi raccontasse dei piatti che cucinavano insieme, che mi parlasse bene di lei. Finché sei mesi fa una telefonata del mio ex marito mi annuncia che lui e sua moglie si sono lasciati. Farfuglia qualcosa nervoso, capisco solo “se la faceva con un altro”. Ho abbastanza goduto, lo ammetto. Dopo anni era il mio riscatto. Quello che non potevo prevedere è che qualche settimana dopo mi chiamasse lei. “Mi manca Sofia”, mi ha detto. Era la prima volta che ci parlavamo direttamente. Anche a Sofia mancava lei. Lo sapevo perché me lo aveva detto un paio di volte, quasi facendo finta che non fosse importante. E qui viene il bello Selvaggia. Io e questa donna siamo diventate amiche. Ci vediamo spesso e ogni tanto, quando lavoro, Sofia sta da lei. Solo che indovina che succede? Il padre non vuole. Capisci il paradosso? Siccome è stato mollato e lei ora ha un altro compagno, lui non vuole che Sofia la veda. E credimi, ci rende la vita complicata perché diciamo tutti delle gran bugie, compresa la figlia. Tutto questo per dire che no, le donne non sono solo mostri succhiasoldi, dopo i divorzi. Sono capaci di grandi cose. Perfino di diventare amiche di quelle che nostro marito se lo sono prese.

Cara V., è davvero una bella storia, però mi auguro che dopo tutto questo miele, questa tolleranza, questa generosità d’animo, tu farai l’unica cosa da fare per ristabilire la tua posizione di donna dominante: ruberai il nuovo compagno all’argentina. È lì che metterai alla prova anche la sua, di superiorità morale. (scherzo eh.)

Non capisco se il mio psicologo sia freudiano e weisteiniano
Cara Selvaggia, le parole di Morelli sulle donne che sono tutte “un po’ puttane” non mi hanno stupita. Ti dico solo che l’ultimo psicologo da cui sono andata mi ha adescata in una di queste chat in cui si filosofeggia su vita, amore e amicizia postando frasi di Osho e di Fabio Volo. Era lì a spiegare a tutte noi single disperate come fare ad uscire da lutti sentimentali e nel frattempo, in privato, faceva il piacione con tutte. Io ci sono cascata in pieno. Mi sono perfino comprata due suoi libri su amazon per andare all’appuntamento nel suo studio meglio preparata. Il suo studio era in realtà qualcosa di più simile al tinello di casa, ma sorvoliamo. Mi ha tenuta un’ora a chiacchierare indagando sulla mia vita, poi due giorni dopo mi ha cominciato a scrivere frasi ambigue via whatsapp.
Era chiaro che voleva scoparmi, più che psicanalizzarmi. Di fronte alla mia delusione e ai miei rifiuti, è diventato cattivo. Mi ha psicanalizzata in due messaggi dandomi della frustrata inattiva sessualmente e incapace di evolvere. Ho scoperto che la stessa cosa la fa con le altre che ci cascano. Tu scrivi un post in cui ti dipingi sola, abbattuta, delusa dagli uomini, lui ti scrive in privato che qualche seduta dallo psicologo può aiutare, poi manda qualche aforisma efficace, qualche pagina dei sui libri e il gioco è fatto.
Quindi, per tornare alla considerazione iniziale, non mi ha stupita la frase di Morelli. (non è lui lo psicologo che adesca, sia chiaro) Gli psicologi ci sembrano creature superiori e invece, ahimè, qualche volta ti chiedi se hanno studiato alla scuola di Freud o a quella di Weinstein.
Giò

Cara Giò, già di per sé uno psicologo che si procaccia clienti frequentando bacheche e chat dovrebbe insospettire. Diciamo che una donna saggia dovrebbe stargli alla larga. Se poi sono bacheche in cui si fa psicanalisi collettiva con le frasi di Fabio Volo, una denuncia all’ordine degli psicologi dovrebbe essere d’obbligo.