mercoledì 8 novembre 2017

Corriere 8.11.17
Lo smog oscura New Delhi, la capitale più «avvelenata»
I medici: «Per gli abitanti è come fumare 50 sigarette al giorno»
di Michele Farina

La battuta più amara, anzi più tossica, l’ha fatta il signor Raghu Karnard via Twitter. Il re e la regina del Belgio sono in visita a New Delhi. Le foto li mostrano accanto al premier Narendra Modi mentre passano in rassegna le truppe avvolte in una coltre di smog: «In questo momento gli illustri ospiti stanno commemorando i soldati indiani che hanno combattuto nelle Fiandre con la divisa britannica. E noi — commenta Karnard — li abbiamo accolti con una fedele riproduzione atmosferica della Prima guerra mondiale».
Le strade di New Delhi come i campi di battaglia europei dove si usavano i gas letali. Un’esagerazione? Quasi. La capitale più inquinata del mondo (20 milioni di abitanti nel distretto) ha toccato ieri nuovi record, registrando livelli di particelle sottili nell’aria trenta volte superiori ai limiti consigliati dall’Organizzazione mondiale della sanità. Le centraline del Pollution Control hanno raggiunto quota 450 (su una scala di 500). In alcune aree il PM 2.5 (che misura la presenza di particolato) raggiunge i 700 microgrammi per metro cubo. L’associazione dei medici ha dichiarato «lo stato di emergenza sanitaria». «È come se ogni abitante si ritrovasse nei polmoni l’equivalente di 50 sigarette al giorno».
Mentre i ministri discutono se chiudere o no le scuole per qualche giorno, la città si attrezza. Si fa per dire. La gente gira con le mascherine. Chi può (e chi ce l’ha) resta in casa. Sui social girano foto del sole annebbiato. Il corrispondente della Bbc racconta che gli brucia la gola. Gli organizzatori della Mezza maratona del 19 novembre pensano di cancellare l’evento. Altro che sottili: qui le polveri sono diventate una cappa spessa, che batte anche quella proverbiale di Pechino. Il Pakistan è il Paese più inquinato? Ecco che l’India sfida gli eterni rivali (non solo in Kashmir ma) anche sul fronte smog. Un rapporto di The Lancet attribuisce all’inquinamento la morte prematura di 2,5 milioni di indiani.
La stagione dell’anno poi è la peggiore. Da Punjab e Haryana arriva il fumo delle stoppie bruciate per chilometri. I poveri della città cominciano ad ardere spazzatura per scaldarsi. I fuochi artificiali dei festival si aggiungono alla polvere dei cantieri. In più, c’è il solito traffico. L’anno scorso le autorità avevano provato a «razionare» il flusso delle auto. Ma senza successo. E così gli abitanti respirano il fumo di 50 sigarette al giorno. Neonati compresi.