Corriere 27.11.17
Il blog che istigava all’anoressia «Se abusate col cibo poi vomitate»
Una mamma di Ivrea l’ha scoperto e si è rivolta alla polizia. Denunciata una 19enne
Simona Lorenzetti
IVREA
«Non riconosco più mia figlia. Rifiuta il cibo e ogni giorno è sempre
più magra. Qualcuno le ha messo in testa che non si può essere belle
senza essere magre. Anzi, scheletriche». Quattro mesi fa una mamma si è
presentata in Commissariato, a Ivrea, e ha chiesto aiuto: la figlia
quindicenne era diventata assidua frequentatrice di uno dei tanti blog
che inneggiano all’anoressia, che spingono le ragazzine a diete estreme a
base di acqua, caffè e tisane drenanti, oppure a vomitare se avessero
abbondato col cibo. «Ricette» per far perdere peso in poco tempo col
rischio di ammalarsi.
Adesso la ragazzina sta meglio ed è in cura
da uno psicologo. Nel frattempo, la polizia ha rintracciato la persona
che stava guidando l’adolescente verso l’anoressia: è una ragazza di 19
anni di Porto Recanati (Macerata) ed è l’amministratrice della pagina
web su cui la 15enne ha trovato quei consigli per un corpo «perfetto».
La blogger è stata indagata dalla Procura di Ivrea per istigazione al
suicidio.
Gli agenti hanno impiegato mesi a scovare la donna
misteriosa di Porto Recanati. I siti «ana», così come vengono chiamati,
sono gruppi segreti ai quali si accede con le credenziali. Per poter
entrare in quel mondo, i poliziotti hanno creato un falso profilo e si
sono spacciati per una quindicenne che voleva perdere dieci chili. Hanno
navigato per giorni, guadagnandosi lentamente la fiducia
dell’amministratrice. Quando sono stati ammessi tra gli adepti, è stato
dato loro un numero di cellulare. Sono così entrati in contatto con la
blogger e con decine di altre ragazzine pronte a tutto pur di perdere
chili considerati di troppo.
La dieta «ana» segue regole ben
precise. Il primo comandamento da rispettare è che non si può essere
belle senza essere magre, poi ci sono le basi alimentari che prevedono
grosse quantità di acqua e cibi a ridotto contenuto calorico. La blogger
non prescriveva terapie o diete: il suo ruolo era quello di motivare le
ragazze. «Insieme ce la faremo», diceva alla quindicenne di Ivrea.
Il
sistema stava funzionando e la studentessa aveva cominciato a
dimagrire, ma anche a rifiutare il cibo. È stata la madre a salvarla,
rivolgendosi alla polizia. «Aiutatemi, mia figlia si sta ammalando», ha
detto la donna agli agenti, fornendo loro quei pochi dettagli che
conosceva del mondo «ana». Le indagini sono in corso. Tante minorenni
sono finite nella trappola e sono ancora sconosciute le persone che
muovono i fili di questo gioco mortale. La rete, però, le protegge. Ieri
sera comunque il sito è stato oscurato.