Corriere 24.11.17
Piccoli, piccolissimi e già divisi Sigle (e crepe) nel fronte filo Renzi
di Tommaso Labate
Verdi, Idv, Radicali e socialisti dialogano ma alcuni non condividono e vanno via
ROMA
« Quando ho letto che Renzi aveva scritto che il Pd era il più grande
partito ambientalista d’Italia pensavo di trovarmi di fronte a un
giornale satirico». Infatti, tra «condoni e cemento», il governo di
Renzi «è stata un’imitazione di quanto voleva fare Berlusconi, compresa
la sparata del Ponte sullo Stretto». All’inizio di settembre, col caldo
agostano ormai alle spalle, Angelo Bonelli affida a un’intervista al
Fatto la sua netta presa di distanza dal Pd e dal suo segretario. È in
vigore una legge elettorale proporzionale che rinnega le coalizioni e
Bonelli, erede di Alfonso Pecoraro Scanio alla guida del partito del
Sole che ride, ad arrivare in pole position ai voti degli ambientalisti
ci tiene proprio: ha combattuto contro l’Ilva candidandosi a sindaco di
Taranto, ha sfidato le trivelle difese dal governo Renzi al referendum
del 2015, perché farsi scippare dal Pd anche quei voti?
Nemmeno
tre mesi dopo, complice una legge elettorale che le coalizioni le
prevede eccome, Bonelli evidentemente cambia idea. Vede Piero Fassino e
scopre che sì, «l’incontro è stato positivo, abbiamo discusso della
possibile configurazione di un’alleanza di centrosinistra». Neanche il
tempo di metabolizzare la folgorazione sulla via del Nazareno ed ecco
che, sulla scelta di allearsi col Pd, i Verdi subiscono una mini
scissione. Nadia Spallitta, front woman del Sole che ride a Palermo e
già candidata a sindaco del capoluogo siciliano, straccia la tessera e
si avvicina a Mdp. «Non era mai stata iscritta», dicono i Verdi. Ma la
scissione, nei fatti, c’è.
Vivere il trauma del divorzio in vista
dell’accordo con Renzi non è lo scherzo che il destino ha riservato ai
soli Verdi, perché anche gli altri piccoli partiti aggregati da Fassino
al locomotore del Pd perdono pezzi. Succede ai socialisti oggi guidati
da Riccardo Nencini, rispetto ai quali altri socialisti come Bobo Craxi
dicono arrivederci e grazie per trovare riparo sotto il tetto di Mpd.
Anche se il percorso è stato diverso, con ruggini che risalgono
all’epoca in cui Marco Pannella era ancora vivo, pure i Radicali si
presenteranno all’alleanza col Pd diversamente aggregati rispetto alla
composizione storica. Alleati col centrosinistra Bonino, Della Vedova e
Riccardo Magi; per i fatti loro Maurizio Turco e altri pannelliani di
stretta osservanza.
Neanche il progetto di Campo progressista è
immune dal virus delle divisioni interne. Non sarà una scissione ma
anche tra i parlamentari legati a Pisapia, all’indomani del
riavvicinamento all’orbita del Pd, ci sono delle scosse di assestamento.
E non solo perché Bruno Tabacci, braccio destro dell’ex sindaco di
Milano, rivendica per l’ala cattolico-popolare un ruolo che conta nel
centrosinistra che verrà. Ma anche perché un pezzo degli eletti in
Parlamento rimane ancorato, non solo formalmente, al sogno di stare
lontani da Renzi. Non a caso Stefano Quaranta e Lara Ricciatti,
vicinissima a Laura Boldrini, sono intervenuti all’assemblea di Mdp.
Finita
qui? Nemmeno per sogno. Anche quel che resta dell’Italia dei valori
porterà in dote al centrosinistra renziano solo una parte del suo
serbatoio di dirigenti e consensi. È bastato che il leader Ignazio
Messina incontrasse l’ambasciatore del Pd Fassino e anche tra quel che
resta dei vecchi dipietristi s’è consumata una scissione. «Quando in un
partito vengono meno l’impianto valoriale e i principi fondativi, allora
non ha più senso rimanerci», ha scritto in un documento l’ormai ex
responsabile organizzazione Luciano Pisanello, che insieme ad altri
dirigenti e amministratori sta spostando armi e bagagli nel partito di
Bersani. E chissà se ci sono i tormenti della sua ex «creatura» dietro
la scelta di Antonio Di Pietro di annunciare al periodico
italo-brasiliano Comunità italiana che «sia il Pd che Mdp si sono
dichiarati disponibili a candidarmi al maggioritario in Molise». Un modo
come un altro per scindersi. Ma, stavolta, rimanendo se stessi.