Corriere 22.11.17
Servono 200 milioni
Polizia, mancano i soldi
di Fiorenza Sarzanini
Servono
200 milioni per pagare i poliziotti. I fondi necessari a garantire le
indennità e gli straordinari a volanti, scorte e antiterrorismo. I
sindacati protestano per quella che definiscono «una vergogna contro
chi, nonostante gli stipendi bassissimi, è sempre impegnato a garantire
la sicurezza del Paese». La trattativa con il ministero dell’Economia va
avanti ormai da settimane senza sbloccarsi.
ROMA Nelle
casse del Viminale mancano 200 milioni di euro per pagare i poliziotti.
Denaro destinato alle indennità e agli straordinari degli agenti
impiegati in servizi strategici come l’Antiterrorismo e il controllo del
territorio. La trattativa con il ministero dell’Economia va avanti
ormai da settimane e i sindacati protestano per quella che definiscono
«una vergogna contro chi, nonostante gli stipendi bassissimi, è sempre
impegnato a garantire la sicurezza del Paese». Anche perché hanno appena
ricevuto un “no” al versamento degli “straordinari” svolti nel 2016.
Una situazione paradossale nel momento in cui l’attività di prevenzione
viene ritenuta una priorità proprio per la minaccia terroristica tuttora
in atto e la necessità di continuare a garantire un impegno che va ben
oltre la normale routine.
La lettera sui “ritardi”
La
conferma sulla mancanza di fondi arriva venerdì scorso con una lettera
spedita dal prefetto delegato ai rapporti sindacali alle organizzazioni
che avevano sollecitato il versamento degli straordinari svolti negli
ultimi due anni oltre «le canoniche 55 ore mensili». L’accordo prevede
infatti che questo tetto non debba essere superato, ma per la maggior
parte dei poliziotti rimanere sotto il limite è impossibile proprio per
le attività che sono obbligati a svolgere. Scrive il prefetto: «Riguardo
al pagamento delle ore di lavoro “in supero” effettuate in particolare
dai Reparti Mobili, Prevenzione Crimine, Uffici Scorte e Squadre Mobili,
la direzione per le Risorse Umane ha rappresentato che al momento non
risulta possibile autorizzare integrazioni al monte ore mensile».
Linguaggio burocratico per confermare che in cassa non ci sono soldi. E
infatti viene specificato che «le prestazioni di lavoro straordinario in
“supero”» riguardanti le “missioni” come il Sisma e il vertice G7
«verranno ammesse al pagamento all’esito positivo delle iniziative
intraprese», vale a dire un emendamento alla legge di Bilancio.
Antiterrorismo e scorte
Si
tratta di circa 20 milioni di euro. In realtà la mancanza di fondi è
ben più grave. Secondo i calcoli effettuati dalla delegazione del
ministero dell’Interno e già consegnati all’Economia, per garantire la
funzionalità di tutti i settori indispensabili per far fronte alla
minaccia del fondamentalismo islamico ed effettuare il controllo del
territorio, ma anche le scorte e le vigilanze, servono almeno 200
milioni di euro. «Soldi — spiegano al Viminale — indispensabili per far
lavorare gli agenti e gli specialisti in maniera dignitosa». Per avere
un’idea, basti pensare che i turni dei poliziotti sono di 6 ore
giornaliere ma praticamente nessuno riesce a rispettarli e la maggior
parte sfora anche quelle 55 mensili fissate dal contratto.
La protesta
Daniele
Tissone, segretario del Silp Cgil fornisce dati eloquenti: «Nelle
questure, nei reparti e negli uffici della Polizia di Stato in tutta
Italia operano 99.630 unità di personale. L’organico previsto nel 1989
era di 117.200 unità di personale. Da allora, nonostante la crescita dei
reati, i poliziotti sono diminuiti fino ad arrivare al meno 14,5 per
cento di oggi. Le esigenze di sicurezza sono aumentate e noi siamo
sempre meno e sempre più anziani. Gli ultimi concorsi sono una boccata
di ossigeno, ma il sistema è al collasso da anni. E le lavoratrici e i
lavoratori in divisa sono umiliati da quasi un decennio di mancati
aumenti contrattuali. Servono risorse per incrementare gli stipendi in
maniera dignitosa e per garantire il pagamento delle cosiddette
indennità accessorie». Duro anche Felice Romano del Siulp che
sottolinea: «Noi svolgiamo servizi utili per i cittadini, ma senza
denaro non possiamo migliorare il servizio. Tutto quello che viene
svolto è fatto “a credito”, per questo chiediamo al ministro Minniti di
farsi portavoce delle nostre richieste».