Corriere 22.11.17
Elzeviro/ Il libro di Marco Magrini
Nell’universo nulla come lui: è il cervello
di Edoardo Boncinelli
Il
nostro cervello è un organo affascinante e rappresenta per noi uno
degli oggetti più misteriosi dell’intero universo. Le chiacchiere da
salotto e molta pubblicistica lo rendono ancora più misterioso,
istillando nella nostra testa nozioni senza capo né coda, come quella
che del nostro cervello noi usiamo di solito solo il 10% o che la sua
parte sinistra è logica e razionale e la sua parte destra artistica e
creativa. Capire il funzionamento del cervello è certamente difficile ma
gli ultimi decenni hanno visto un’esplosione di analisi strumentali e
di sperimentazioni scientifiche che ce lo hanno fatto comprendere un po’
di più e la disciplina corrispondente, la neurobiologia, è stata ed è
una delle più grandi conquiste della scienza moderna. Naturalmente per
chi lo vuole sapere, perché ci sono molte persone che hanno deciso
dall’inizio che il cervello non si può comprendere e quindi non sono
interessate. Per chi è interessato esistono invece libri bellissimi,
anche se talvolta un po’ difficilini da digerire.
È un sollievo
quindi trovare un libro molto leggibile e con un andamento leggero, che
parla del cervello senza omettere niente e senza dire cose inesatte.
Ecco che Cervello. Manuale dell’utente di Marco Magrini (postfazione di
Tomaso Poggio, Giunti, pagine 255, e 14) si presenta come un simpatico e
ambizioso candidato per ricoprire egregiamente tale ruolo.
Scritto
con grande perizia e finta ingenuità, come si trattasse dell’opera di
uno che si è trovato lì per caso, tocca con semplicità e completezza
tutto quello che c’è da sapere della «macchina più complessa del mondo»,
vista, come è giusto, da fuori e da dentro, vale a dire nei suoi
aspetti oggettivi e soggettivi, quasi esistenziali. Perché in fondo
questo è il cervello, un organo del corpo con il suo funzionamento e le
sue connessioni, che però tutti noi viviamo direttamente da dentro fin
da quando siamo stati presenti a noi stessi. In questo è un oggetto
unico, forse nell’universo. Lo possiamo studiare dall’esterno
utilizzando tutti i ritrovati e gli strumenti della scienza, ma quello
che ci viene da lui e che a lui offriamo, in tempi diversi e in
condizioni diverse, lo sappiamo direttamente dall’interno, e non c’è
ragione di ritenere che la nostra esperienza sia diversa da quella di
chiunque altro essere umano.
È direttamente il cervello che ci
permette, se vogliamo, di parlare di due culture o, meglio, di due
mancanze di cultura, quella scientifica e quella letteraria o
umanistica, anche se quest’ultimo aggettivo è improprio e assai
fuorviante. Non è la realtà che si può osservare sia da dentro che da
fuori, bensì il nostro cervello stesso. Analizzandone con passione sia
il suo funzionamento, che il nostro vissuto.
«Complimenti per
l’acquisto di questo prodotto esclusivo, fatto su misura per lei»: così
esordisce scherzosamente il nostro autore, come se si trattasse delle
parole di autopresentazione di un autentico manuale. E continua: «Il suo
cervello le offre un servizio straordinario e irreplicabile, la
contemporanea disponibilità di un sistema sensoriale per la percezione
dell’ambiente, di un sistema nervoso per il controllo dell’apparato
motorio, nonché di una coscienza integrata per discernere e decidere, le
regalerà anni di continua esistenza». Questa è una simpatica e limpida
descrizione dei fatti. Il punto è, casomai, che noi non ci siamo
comprati proprio niente e nessuno ci ha mai fornito comunque nessun
manuale d’uso. Di nessun altro organo c’è stato fornito il suddetto
manuale ma gli altri organi sono meno liberi di fare ciò che vogliono,
mentre il cervello ci appare liberissimo e responsabile.