mercoledì 1 novembre 2017

Corriere 1.11.17
«Ecco perché lascio la Rai Mi volevano defilata in campagna elettorale»
Gabanelli: ho proposto una striscia di 4 minuti, hanno detto no
intervista di Paolo Conti

Milena Gabanelli, dunque addio alla Rai?
«Sì. Ho deciso ieri, martedì».
E perché? Con una nomina a condirettore di «Rai News»...
«La proposta che mi è stata fatta in questi mesi non ha avuto evoluzioni e non mi mette nelle condizione di produrre risultati apprezzabili».
Ma la condirezione di «Rai News» con delega al sito non è un ottimo posto, un’eccellente occasione professionale?
«Dipende dagli obbiettivi. Il sito di Rai News , anche con 40 giornalisti, non è in grado di dare una copertura competitiva 24 ore su 24, ma la vera questione è che quel sito è percepito dai giornalisti Rai come una testata diversa dalla propria, quindi concorrente: il collega del Tg1 non anticipa la sua notizia sul sito di Rai News . Io sono stata assunta a gennaio per predisporre, con la direzione digital, il portale unico di informazione online, slegato dalle testate e quindi capace di veicolare i contributi di tutti i 1.600 giornalisti dell’azienda. Lei capisce che è un’altra storia. Oggi il servizio pubblico nell’informazione online non c’è. E non ci può essere con un sito come quello che sta dentro a Rainews.it , anche con tutti gli sforzi possibili».
La Rai dice: tra sei mesi vareremo il piano news e arriverà il vero portale, chiudendo altre testate.
«Ho chiesto di indicare tempi certi e scadenze sicure. Non me le hanno date, perché è impossibile darle. Tra sei mesi l’attuale consiglio di amministrazione sarà in scadenza dopo tre anni di attività, quindi dubito che prenderà decisioni sull’accorpamento di altre testate per poi varare il portale unico. Quindi si aspetterà il prossimo cda, magari con un diverso direttore generale, che forse deciderà — giustamente — che io non vado bene perché nel frattempo non sono riuscita a produrre risultati oltre lo zero virgola».
Il problema è forse la direzione di «Rai News»?
«Figuriamoci. Lo ribadisco: stimo Antonio Di Bella, e c’è anche un bel rapporto personale, ma il direttore responsabile è lui! Dentro a uno sgabuzzino a cosa serve un condirettore? Fa giusto un po’ di scena, ma è un colpo di cipria sul nulla... a parte lo stipendio. Ma io penso di avere un valore, non un prezzo».
Non ha avanzato proposte alternative, Gabanelli?
«Sì, un paio di mesi fa ho chiesto al direttore generale di capitalizzare il lavoro fatto con il gruppo di Data Journalism, capace di elaborare una mole di dati e farne la sintesi. Gli ho proposto una striscia quotidiana di un racconto per numeri, della durata di 4-5 minuti, dopo il Tg1 , con pubblicazione anche sullo stesso sito di Rai News . Mi è stato risposto che è impossibile inserire i 4 minuti perché il palinsesto è già varato. Tutto il mondo “sfora” senza problemi. Ma non è questo il punto, se credi in un progetto 4 minuti li calibri dove vuoi. Poi Orfeo mi ha detto che “eventualmente se ne potrebbe riparlare a giugno”. Non c’è altro da aggiungere».
E perché? Per polemica?
«Il sottotesto sembra essere: “Ti vogliamo bene, abbiamo grande stima, ma in campagna elettorale devi stare defilata”. Credo che la mia indipendenza sia nota, e tra l’altro avrei affrontato argomenti trasversali, con numeri capaci di spiegare fenomeni complessi con una modalità innovativa comprensibile dal grande pubblico, e per questo sempre più sfruttata da grandi testate, siti e notiziari tv»
La Rai non ha controproposto nulla?
«Lunedì il direttore generale ha offerto di ritornare a Report , e fare la co-conduzione accanto a Sigfrido Ranucci. Mi è parsa un’idea un po’ stravagante, perché sono stata io a decidere di lasciare la trasmissione, non sono stata mandata via, ritenevo conclusa l’esperienza. La Rai cosa fa? Mi propone di tornare indietro, con una proposta anche mortificante verso Ranucci e la squadra di Report che stanno producendo ottimi risultati...».
Rimpianti nel lasciare la Rai?
«La parola rimpianto non rende bene... Ci sono momenti, nelle vite professionali, in cui diventa indispensabile girare pagina. Avrei apprezzato se mi avessero detto lealmente: “In questo momento non si può fare altro”. Me ne sarei andata comunque, ma con una stretta di mano... Invece cercare di convincermi dell’impossibilità a modificare qualunque cosa su un’idea di 4 minuti, come se parlassero a una persona che questi 30 anni ha fatto un altro mestiere... Beh è un pelino mortificante».
E ora cosa farà? Dove andrà?
«Da domani ci penserò. Fino a oggi mi sono concentrata su un piano che mi era stato chiesto dalla Rai al momento dell’assunzione. E poi su un’idea alternativa, pur di restare dentro al servizio pubblico. È andata male, ma non morirà nessuno fortunatamente. Il mio futuro? Comunque non intendo cambiare mestiere, mi inventerò solo una nuova strada...».