sabato 18 novembre 2017

Corriere 18.11.17
«In rete rimonta l’ignoranza E non possiamo più tacere»
Burioni: la scienza merita fiducia perché si mette in discussione
di Roberta Scorranese

Professor Burioni, a Padova l’arte rende omaggio a Galileo ma oggi c’è ancora chi pensa che la Terra sia piatta. Su Facebook ci sono gruppi di discussione con migliaia di «like». Che cosa sta succedendo alla scienza?
«C’è una miscela di ignoranza e arroganza, alimentata dalle interazioni sui social network. Molto semplicemente, se fino a dieci anni fa qualcuno se ne usciva con questa affermazione, veniva ignorato. Oggi viene rilanciato! Ognuno di loro dice l’esatto contrario di quello che dice la scienza e ognuno di loro si sente un nuovo Galileo. Ma non basta dire il contrario di quello che dicono tutti per essere Galileo. Ecco perché oggi la responsabilità di noi scienziati è maggiore di ieri».
Roberto Burioni, 55 anni, ordinario di microbiologia e virologia presso l’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha da poco pubblicato La congiura dei somari (Rizzoli), dove denuncia il moderno oscurantismo grazie al quale migliaia di persone diffidano dei vaccini o delle ricerche scientifiche. Dalla presunta pericolosità delle vaccinazioni alla «teoria» secondo la quale l’Aids è una truffa, fino alla fondatezza «scientifica» dell’omeopatia.
Burioni, perché dice che oggi il ruolo di scienziati come lei è più rilevante?
«Perché non dobbiamo rimanere in silenzio quando qualcuno mette in discussione verità accertate dalla scienza e per giunta senza avere un minimo di conoscenza dei fatti».
Lei si espone molto.
«Non dobbiamo evitare il dibattito, ma, al contrario, spiegare, far capire che non sono i singoli scienziati a dover essere difesi ma la Scienza con la maiuscola. Che, come ci ha insegnato Galileo, non ha bisogno di fede , ma della fiducia dell’intera comunità».
Di recente la procura di Trani ha chiuso un’inchiesta con la quale ha accertato che non vi è correlazione tra vaccini e autismo. Ma serviva la magistratura?
«Queste risposte deve darle la comunità scientifica. Che da tempo ha confermato quello che la procura ha accertato».
Ma perché allora questo scetticismo così diffuso da rasentare l’avversione alla scienza e alla ricerca?
«Perché fino agli anni Cinquanta, purtroppo, ancora si potevano vedere in giro persone devastate dalla poliomielite (una delle tante malattie sconfitte grazie ai vaccini, ndr ). Tanta gente ha la memoria corta. Non ricorda la fame, le malattie, la guerra».
La maggior parte degli scettici dà la colpa ai cosiddetti poteri forti, a un generico «le multinazionali».
«Sì, dicono che le vaccinazioni ingrassano le multinazionali, però poi quando vanno dal dentista si fanno fare l’anestetico senza battere ciglio. Se si è coerenti, una volta seduti dal dentista si deve rifiutare l’anestetico sviluppato e validato dalla scienza e accettare mezz’ora di atroci dolori per la cura e l’otturazione».
Qual è l’errore più comune nato dallo scetticismo?
«La tendenza a trarre conclusioni a partire da dati che appaiono in piccole popolazioni e che, a un’analisi più approfondita, si rivelano essere irrilevanti e sono solo normali variazioni statistiche».
Nel suo libro lei dice che la scienza non è democratica.
«Ogni giorno, centinaia di scienziati si impegnano con fatica per dimostrare che quello che si sa è incompleto, imperfetto, persino sbagliato. Ma è per questo che bisogna avere fiducia nella scienza: perché, galileianamente , si mette in discussione finché non trova la strada giusta».
Lei riceve ancora minacce e insulti in rete?
«Certo. E solo perché spiego l’importanza delle vaccinazioni oggi, pensi un po’».
Ma non sempre è colpa di quelli che lei chiama «somari»: in molte farmacie i prodotti omeopatici sono disposti vicino dai farmaci.
«E questo crea confusione. A me non importa se uno si cura le malattie con pelle di pipistrello o diavolerie. Ma nelle farmacie e, in generale, nei luoghi pubblici, la scienza va separata dalla superstizione» .