mercoledì 15 novembre 2017

Corriere 15.11.17
L’irritazione del governo: è anche merito nostro se oggi si fanno ispezioni
di Marco Galluzzo

«Oltre a denunciare le Nazioni Unite possono fare di più»
ROMA «Noi abbiamo fatto il nostro dovere e tutelato gli interessi del nostro Paese. E sui diritti umani dei profughi e dei migranti nessuno, nemmeno le Nazioni Unite, può venirci a fare una lezione. Se oggi si fanno ispezioni nelle carceri libiche è solo merito nostro. Oltre che denunciare l’Onu può anche fare di più, molto di più...».
Nel giorno in cui anche l’Italia, insieme all’Unione Europea, viene messa in croce dalle Nazioni Unite, con l’accusa di aver girato la testa dall’altra parte, di essersi curata soltanto di provvedere alla sicurezza dei propri confini, la reazione che si registra fra Palazzo Chigi e ministero dell’Interno è di questo tipo. E una nota ufficiale della Farnesina chiarisce: «Sin dal primo momento l’Italia ha posto in tutte le sedi il problema delle condizioni umanitarie dei centri di accoglienza in Libia d’intesa con l’Ue e sollecitando anche le agenzie Onu a operare e a lavorare in questa direzione».
Del resto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni aveva già replicato alle accuse che da alcune settimane le istituzioni internazionali ci rivolgono rivendicando con orgoglio: «Siamo gli unici ad avere una politica decente in Europa, in tema di migranti».
Nello staff del ministro Marco Minniti, come in quello del capo del governo, la posizione italiana è articolata in più punti, ma con una linea di confine che appunto rivendica il lavoro fatto finora. Se oggi le organizzazioni internazionali sono in grado di fare ispezioni nei centri di detenzione libici «è anche merito di Roma». E bisogna aggiungere che l’Oim «ha finora gestito oltre 9 mila rimpatri mirati, cosa mai avvenuta prima». Non solo: l’Unhcr sta trattando proprio con le autorità libiche la creazione del primo centro di accoglienza gestito dall’Onu, in territorio libico. «Esistono difficoltà e ritardi, ma è l’unica strada», spiegano dal Viminale .
Nel governo aggiungono, anche se in modo informale, che sin qui le Nazioni Unite, che pure si stanno muovendo, avrebbero potuto fare molto di più e invece di denunciare una situazione che conoscono tutti, indubbiamente orribile sui diritti umani, potrebbero con maggiore celerità passare dall’analisi ai fatti concreti, visto che sono gli unici autorizzati. Accusare l’Italia di aver fornito mezzi e risorse alle autorità costiere libiche per intercettare un maggior numero di clandestini o per combattere il traffico di esseri umani è semplicemente «ridicolo», aggiungono al ministero dell’Interno.
Oggi Marco Minniti risponderà al question time alla Camera, chiarirà i contorni dell’ultimo incidente nelle acque del Canale di Sicilia e probabilmente risponderà proprio alle accuse che ci vengono rivolte dall’Onu.