Corriere 15.11.17
Libia, l’Onu accusa l’Europa e l’Italia «Un orrore le prigioni per migranti»
Video su ragazzi venduti come schiavi. Tajani: inaccettabile, l’Europarlamento verificherà
di Ivo Caizzi
BRUXELLES
L’organizzazione delle Nazioni Unite mette sotto accusa l’Unione
Europea e l’Italia, che hanno frenato gli arrivi di immigrati in Europa
finanziando le autorità della Libia per bloccarli o riaccettarli sul suo
territorio. La dura denuncia dell’Alto commissario Onu per i diritti
umani, il giordano Zeid Raad Al Hussein, sui «terrificanti» campi di
detenzione per migranti in Libia è stata ulteriormente drammatizzata da
un video-choc diffuso dalla tv Usa Cnn su migranti venduti all’asta come
schiavi in Libia. Al punto che la Commissione europea ha chiesto la
chiusura di queste prigioni e il presidente dell’Europarlamento Antonio
Tajani ha annunciato per oggi la costituzione di una delegazione di
eurodeputati da inviare in Libia per verificare le violazioni dei
diritti umani.
«Orrori inimmaginabili» hanno sconvolto gli
osservatori Onu quando hanno visitato a Tripoli quattro centri di
detenzione per migranti gestiti dal Dipartimento per la lotta
all’immigrazione illegale del ministero dell’Interno libico. «La
sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza
dell’umanità», ha protestato Al Hussein in un comunicato, dove ha
definito «disumana» la politica della Ue e dell’Italia di finanziare le
autorità libiche, perché «rischia di condannare molti migranti a una
prigionia arbitraria e senza limiti di tempo, esporli alla tortura, allo
stupro, costringerli al lavoro, allo sfruttamento e al ricatto».
L’invito è a «non essere testimoni silenti della schiavitù moderna, di
stupri e altre violenze sessuali, di uccisioni fuorilegge per evitare
che persone disperate e traumatizzate raggiungano le coste dell’Europa».
La
Commissione europea ha replicato ammettendo che «i centri di detenzione
in Libia debbono essere chiusi» perché «la situazione è inaccettabile».
Ha aggiunto che «l’Ue sta proseguendo gli sforzi per sostenere la
creazione di un processo standard da parte delle autorità libiche
attraverso il quale i migranti, soccorsi dalla guardia costiera libica,
siano sbarcati e portati in centri di accoglienza che corrispondano agli
standard umanitari internazionali». Il commissario Ue per
l’Immigrazione, il greco Dimitris Avramopoulos, ha condiviso «la
necessità di migliorare urgentemente» le condizioni dei migranti in
Libia e ha detto che «proteggere vite ed assicurare un trattamento umano
e dignitoso a tutti lungo le rotte migratorie resta la nostra priorità
condivisa, dell’Ue e dei suoi Stati membri, in particolare dell’Italia».
Il governo italiano si è difeso tramite la Farnesina sostenendo che
«sono mesi che chiediamo a tutti i player coinvolti di moltiplicare
l’impegno e gli sforzi in Libia per assicurare condizioni accettabili e
dignitose alle persone presenti nei centri di accoglienza».
Tajani
ha definito «assolutamente inaccettabile» quanto accade in Libia.
«L’azione forte contro l’immigrazione illegale non può essere confusa
con la violazione dei diritti umani — ha spiegato —. Tutto ciò che si
deve compiere deve essere fatto nel rispetto dei diritti delle persone».
I missionari comboniani, in base alla loro lunga esperienza
assistenziale in Africa, hanno denunciato che la comunità internazionale
«dimentica troppo facilmente che spesso le oligarchie locali africane
sono al soldo di potentati stranieri (cinesi, americani, europei)» e che
«gli sbarchi sono il drammatico risultato di politiche di sfruttamento
umano e ambientale del continente».