Corriere 12.11.17
Aggredita sul bus perché di colore «E nessuno ha mosso un dito»
Torino, 15enne colpita con un calcio e insultata: «Finirai a lavorare in strada»
di Paolo Coccorese
Torino
Sul quel bus numero 63 che unisce la periferia al centro di Torino, si è
sentita sola e abbandonata anche se alle otto di mattina il pullman era
strapieno. Raggiunto il liceo, ha varcato il cancello, dove nelle
parole di conforto delle compagne e dei genitori, ai quali ha subito
telefonato, ha trovato la forza per confessare l’aggressione subita.
«Ero appena salita sul bus quando un uomo di circa 60 anni, con giacca e
pantaloni sporchi di vernice, mi ha urlato: “Togliti dalla mia vista”. E
prima che potessi allontanarmi, mi ha sferrato senza motivo un calcio
al ginocchio sinistro». Poi sono arrivati i pesanti insulti razzisti. E
quel «tornatene al tuo Paese, è inutile che vai a scuola tanto finirai a
lavorare per strada» che ha ferito nel profondo la quindicenne,
italiana con un padre di origine africana, aggredita per il solo colore
della sua pelle.
Ieri mattina i carabinieri della stazione di
Grugliasco, che hanno raccolto la denuncia della giovane, hanno
prelevato le immagini del sistema di videosorveglianza installato sul
pullman per ricostruire l’episodio di venerdì. Le telecamere hanno
ripreso la studentessa e il suo aggressore. Dopo aver ricevuto il
calcio, la quindicenne spaventata ha raccontato di aver provato ad
allontanarsi dallo sconosciuto. Ma sul quel bus zeppo di passeggeri, non
è riuscita a mettersi in salvo. L’uomo ha continuato a fissarla,
gridando insulti pesantissimi. «Quelle cattiverie mi hanno paralizzata.
Gli altri viaggiatori mi guardavano senza muovere un dito. Ho avuto
paura, ho abbassato gli occhi. Ho rimesso le cuffie nelle orecchie per
cancellare gli insulti con la musica. In silenzio, ho preferito fuggire.
Sono scesa alla fermata successiva».
A convincere la studentessa a
denunciare l’accaduto è stato il presidente della società di basket
dove è tesserata. Per rincorrere il sogno di diventare una campionessa
dello sport, la giovane si era trasferita a Torino. «Quello che è
successo è vergognoso — dice Alessandro Cerrato, il dirigente della
squadra — . La ragazza è molto colpita. E desidera solo mettersi alle
spalle questa brutta storia che l’ha davvero scossa».
È arrivata
anche, con un post su Facebook, la solidarietà della sindaca della città
Chiara Appendino: «Il razzismo non può trovare nessuno spazio e nessuna
tolleranza. Torino è vicina alla ragazza insultata. Mi auguro che le
autorità risalgano presto al responsabile».
Le indagini intanto
vanno avanti. I carabinieri hanno invitato i passeggeri del bus 63 a
farsi avanti per aiutarli a risalire all’identità dell’aggressore della
ragazza. Per fare giustizia. E farla sentire meno sola davanti a così
tanto odio.