Corriere 12.11.17
L’appuntamento Torna Visioni in Dialogo e
stavolta il dibattito ruota intorno ai moti dell’animo. Questi attivano
zone cerebrali tutte ancora da studiare. Con una sorpresa: amore e odio
convergono in un'unica «insula»
Lampadine della mente nel cervello le passioni accendono aree che raccontano la nostra vita
di Anna Meldolesi
La
scienza è (o dovrebbe essere) fredda e rigorosa, pronta a correggersi
quando sbaglia, democratica perché basata sul confronto dei dati e delle
idee. Tutto il contrario della passione, che è per definizione calda,
illogica, recidiva, tirannica. Eppure lo sguardo delle neuroscienze non
ha nulla da invidiare a quello della filosofia o dell’arte quando si
sofferma sul turbinio delle emozioni per rintracciare i fondamenti della
nostra umanità. È appropriato dunque che sia un gruppo
interdisciplinare, di scienziati oltre che di umanisti, quello che
l’Associazione Fare arte nel nostro tempo ha chiamato a Lugano per
discutere di passioni.
Lo psicologo morale Jonathan Haidt ha
paragonato la mente emotiva a un «elefante», ingombrante e istintivo, e
la mente razionale al piccolo uomo che gli sta seduto in groppa cercando
di guidarlo. La vita di ciascuno di noi è uno sforzo di bilanciamento
continuo. Faticoso, ma non senza speranza.
La scienza non si è
ancora accordata sul numero delle emozioni esistenti: il film di
animazione Inside Out ne mette in scena cinque (gioia, tristezza,
rabbia, paura e disgusto), ma recentemente la rivista Pnas ne ha contate
addirittura ventisette. Classificare le passioni appare un’impresa
anch’essa problematica, perché la parola non si presta a definizioni
univoche. Nell’uso più comune, secondo la Treccani, una passione è un
«sentimento intenso e violento che può turbare l’equilibrio psichico e
le capacità di discernimento e di controllo».
Può essere
un’attrazione irresistibile o una repulsione viscerale. Per quanto amore
e odio possano sembrare opposti, non lo sono in quel famoso carme di
Catullo ( Odi et amo ) e neppure per le neuroscienze.
Se pensate
alla persona che più amate e a quella che più odiate, in entrambi i casi
si attiverà una regione del cervello che è chiamata insula. I due
sentimenti sono molto diversi, ma è nell’intensità che si somigliano.
Quanto
all’amore, tra sentimento romantico e passione sensuale esistono chiare
differenze sul piano dei circuiti neurali. Monitorando il cervello di
centinaia di persone, Stephanie Cacioppo ha scoperto che la parte
anteriore dell’insula si attiva con l’amore ma non col desiderio. La
parte posteriore invece è attivata dal desiderio e non dall’amore.
Un
andamento simile si nota in un’altra regione cerebrale, lo striato,
questa volta con un gradiente verticale. In un certo senso l’attrazione
fatale sta indietro e in basso, l’affetto puro davanti e in alto, ma
ogni relazione amorosa ha le proprie coordinate e una mappa tutta sua.
La
combinazione magica comprende sia fuoco che poesia, e si chiama amore
appassionato. Altri psicologi distinguono tra la passione sessuale
armoniosa e quella ossessiva, la prima è ben integrata con gli altri
aspetti del sé, la seconda è capace di far deragliare l’esistenza.
Togliendo alla vita la passione resta l’apatia. Ma chi soffre di
disturbo borderline di personalità, ad esempio, sa quanto sia faticoso
mitigare gli eccessi di entusiasmo, gli scoppi d’ira, le botte di ansia,
i moti d’odio. Se sopprimerli è impossibile, ci si allena a
riconoscerli e si impara a diffidarne.
Esistono poi altri usi
della parola, che può indicare un’inclinazione vivissima o un forte
interesse per qualcosa. Questo tipo di passione alimenta la perseveranza
ed è un ingrediente ancora poco studiato di quel cocktail di virtù che
può portare al successo nella vita, con la complicità della fortuna.
Le
biografie dei grandi scienziati vanno alla ricerca della miccia che ha
acceso la passione per la scoperta. Mentre la passione per la musica e
per le altre forme di arte è un tema che intriga la scienza perché è
considerato un elemento universale, cablato nel cervello della nostra
specie per ragioni evolutive su cui si dibatte ancora.
Chi ha la
passione per il pericolo, viene ripagato in brividi per i rischi corsi.
Chi ha una passione per determinati oggetti vuole coltivare il proprio
senso dell’identità. L’elenco potrebbe continuare a lungo ma la passione
politica non può restare esclusa. Progressisti e conservatori non si
appoggiano allo stesso modo sui medesimi pilastri morali, perciò vedono
il mondo attraverso lenti diverse e sviluppano un senso di appartenenza
quasi tribale.