Corriere 1.11.17
Emma Bonino, intervenendo al congresso di Radicali italiani, non ha escluso un «percorso comune» con il Pd di Matteo Renzi
Bonino apre al Pd: «Ma non siamo in svendita»
La replica alla «proposta un po’ rozza» dei dem. L’altra strada è con Pisapia. Martina: pronti al confronto
Bersani vede Tabacci: voi fatevi i vostri conti, noi andiamo avanti. Il gelo di Mdp sul dialogo con Renzi
di Giuseppe Alberto Falci
roma
A un certo punto della lunga arringa Emma Bonino, intervenendo al
congresso di Radicali italiani, non ha escluso un «percorso comune» con
il Pd di Matteo Renzi, salvo poi fermarsi un attimo e avvertire: «Non
siamo in vendita né in svendita». È il giorno dell’intervento dell’ex
ministro degli Esteri dal palco dell’Hotel Ergife. A metà pomeriggio
Bonino, definita sabato da Enrico Letta la «papessa laica», si alza e
parla per circa cinquanta minuti. Dopo un lungo preambolo sull’Europa,
l’immigrazione e l’importanza dei radicali, Bonino si rivolge ai
«compagni e alla compagne» illustrando quali sono le strade
percorribili.
La prima è quella che gli è stata proposta dal
sottosegretario dem Sandro Gozi. «In modo un po’ rozzo — scandisce
Bonino — ci ha fatto una proposta: di là c’è il diavolo e di qua l’acqua
santa. Francamente è strabiliante perché tutti sappiamo che con il
mezzo diavolo dovrà fare una grande coalizione. Non mi pare questa
l’unica motivazione e certo non saremmo vincolati dopo il voto». L’altra
invece, forse più probabile, riporta al progetto di Giuliano Pisapia,
che — sorride Bonino — «godrebbe dell’esenzione delle firme per uno
strano meccanismo abbastanza bizzarro che fa capo ad un deputato». E
allora come si comporteranno i radicali? Non è ancora dato sapere anche
perché, sbotta con un filo di malizia, «se abbiamo conosciuto la legge
elettorale solo una settimana fa come avremmo dovuto decidere?».
Di
certo, avvisa alzando il tono della voce, «noi siamo molto piccoli, ma
abbiamo una storia, una credibilità, un patrimonio che siamo pronti a
mettere a disposizione ma bisogna negoziare. Vi ricordate la trattativa
che facemmo con Veltroni?». In platea si leva un urlo: «Brava!». Dalle
parti del Pd si leggono come un segnale positivo le parole della
pasionaria di via di Torre Argentina. Il vice segretario Maurizio
Martina apprezza i toni e si dice «pronto al confronto di merito sul
progetto, nel pieno rispetto dei punti di vista di ciascuno, con tutti
coloro che sono interessati a collaborare con noi per l’alternativa a
destra e Cinque stelle». Dello stesso avviso è Lorenzo Guerini che
replica così: «Siamo aperti al confronto, rispettosi di storie, idee e
sensibilità di tutti i soggetti e le personalità che siano interessate a
costruire un campo riformista, innovatore e con lo sguardo rivolto
all’orizzonte europeo, alternativo alle chiusure e ai populismi».
Intanto
all’Hotel Senato, a pochi metri dai palazzi della politica, si sono
ritrovati Bruno Tabacci (Campo Progressista) e Pier Luigi Bersani (Mdp).
L’incontro, durato circa mezz’ora e definito da entrambi «positivo» , è
ruotato attorno alla recente apertura alla coalizione larga da parte di
Matteo Renzi dal palco di Napoli. Entrambi, però, non avrebbero
apprezzato l’approccio — «Che coalizione è quella che non concerta la
leadership?» — e Bersani si sarebbe rivolto così a Tabacci: «Fatevi i
vostri conti, noi andiamo avanti».