Repubblica 2.10.17
Mossa di Pisapia con Mdp “Insieme da Gentiloni”
Ma sul nuovo partito frena
Oggi
incontro a Palazzo Chigi sulla manovra. “Il Pd ora è un competitor”
Speranza: una assemblea per la svolta. L’ex sindaco: prima i contenuti
Il leader di Cp: “Con questa legge impossibile allearsi con i dem, punto a prendere un voto in più”
Si è chiusa ieri a Napoli la prima festa del movimento Articolo 1-Mdp
di Conchita Sannino
NAPOLI.
«Con questa legge elettorale non c’è alcuna possibilità di alleanza con
il Partito democratico. Con questo sistema, gli avversari sono a
destra, gli alleati quelli che vogliono contendere spazio ai dem. E
l’obiettivo: prendere un voto in più rispetto al Pd». È più chiaro
l’orizzonte disegnato da Giuliano Pisapia, il fondatore di Campo
progressista che ieri chiude così a Napoli, con Roberto Speranza
“padrone di casa”, la prima festa del Lavoro di Mdp. Annunciano anche la
prima mossa insieme: andranno oggi dal presidente del Consiglio. «A
Gentiloni diciamo che è tempo di cambiare», avverte Speranza. I temi,
guardando alla legge di bilancio: «Questione sociale, a partire da
Sanità e giovani».
Ancora una volta, però, l’ex sindaco di Milano
non dice se correrà da leader. Niente autodesignazione. «La premiership
della nuova forza? Mi spiace, continuo a parlare di cose concrete -
svicola - Se uno si mette al servizio, fa quello che serve. Un leader
non cala dall’alto, è riconosciuto dal basso. E il mio percorso dice che
ho provato a sperimentare non il potere, ma il poter fare. Non il
sostantivo, ma il verbo».
Bando alle divisioni, «dobbiamo fonderci
in una forza nuova, ma intendo proprio scioglierci, seppur
gradualmente, per creare un soggetto radicalmente innovativo. E
dobbiamo, dopo aver ascoltato tutti, trovare quattro punti, quattro
messagi chiari, non di più», auspica l’ex sindaco di Milano dialogando
con Speranza, intervistati entrambi sul palco da Stefano Cappellini.
Meno determinato, e condiviso, appare però il percorso da seguire per
arrivare a questa fusione «non fredda».
Difatti, se Mdp rilancia
l’idea di «una grande assemblea pubblica » in cui decidere come
affrontare questa trasformazione, Pisapia resta riluttante all’idea di
un confronto che finirebbe per tracciare la conta delle tessere: prima i
contenuti, è il nodo. Divergenza che trapela, senza troppi dettagli. Ma
l’ex primo cittadino chiede al giovane fondatore di Mdp di andare
«incontro al popolo della sinistra che sta fuori, e che ha abbandonato
in questi anni fiducia ed entusiasmo. La sinistra e il centrosinistra
hanno perso 3 milioni e mezzo di voti».
Gremito il cortile di
Santa Chiara. A sentire il “finale” con Pisapia sono venuti vari pezzi
di sinistra di ogni età e generazione, la serata prevede anche il
dialogo con la presidente della Camera Laura Boldrini (che non scioglie
la riserva su una sua candidatura e la sua eventuale premiership, ma
rilancia - oltre alla corsa contro il tempo per lo Ius Soli e misure
interdittive rafforzate contro uomini violenti - il tema delle donne
leader «più accettate nel resto d’Europa»). In prima fila, a condividere
«una costruzione ampia e nuova» della sinistra c’è Antonio Bassolino,
omaggiato da Speranza: tra gli applausi di chi pensa che, chissà,
stavolta l’ex governatore lascia i dem.
Il cammino di Pisapia e
bersaniani resta da costruire, primo atto l’incontro di oggi con il
premier. «Gentiloni non deve temere i voti al Senato: non consegno il
paese alla Trojka, ma non si abusi della nostra responsabilità ».
Richiamo ironico di Pisapia: «Roberto, si vede che non giochi a poker.
Ti sei svenduto una carta così...». Nel mirino resta il Pd. «In caso di
voto con il Rosatellum, Mdp e Campo progressista presenteranno un
candidato in ogni collegio uninominale alternativo al Pd», avvertono. La
chiosa amara, invece, è di Pisapia per Nichi Vendola. «Sono dispiaciuto
dalle sue parole, che “sarei molto generoso con me stesso”. Poi, non ho
parlato di Ulivo, ma di ispirazione ulivista, e ne ha fatto parte anche
lui. Infine, io di assessori che venivano dal centrodestra non ne ho
mai avuti».