Repubblica 2.10.17
Ius soli, la mappa dei nuovi italiani in Lombardia sarebbero 200mila
Lo
studio della Fondazione Moressa. Se passasse la riforma, più di
ottocentomila beneficiari immediati. Il record ai bambini con genitori
romeni, albanesi e marocchini
I “senza cittadinanza” non si arrendono “Diteci perché non volete votare la legge”
di Vladimiro Polchi
ROMA.
Oltre duecentomila nuovi lombardi, 98mila giovani veneti, 95mila tra
emiliani e romagnoli, 80mila laziali. È la carica dei “nuovi italiani”: i
bambini figli di immigrati che otterrebbero il passaporto tricolore se
passasse la riforma dello ius soli. Sul podio, Lombardia, Veneto ed
Emilia-Romagna: sono loro le regioni che acquisterebbero più cittadini.
Subito sotto, Lazio e Piemonte. Fanalino di coda la Valle d’Aosta, con
soli 1.200 nuovi passaporti.
Dopo la frenata di Alternativa
popolare, partito del ministro degli Esteri Angelino Alfano, la riforma
dello ius soli si allontana sempre più e, nonostante dal Pd si insista a
dichiarare di volerla fare, si fa sempre più improbabile la sua
approvazione in questa legislatura. Ma non per questo, gli “Italiani
senza cittadinanza” si arrendono: «Sfidiamo i politici a venire in
piazza a dirci in faccia che la riforma non la vogliono votare». Il
movimento in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook denuncia tutta
la delusione nei confronti della «vigliaccheria» della politica e dà
appuntamento davanti a Montecitorio a due anni esatti dal voto della
Camera, il 13 ottobre prossimo per il “Cittadinanza Day”.
La
riforma, ferma al Senato, è una legge assai modificata rispetto al testo
originario, che non introduce affatto uno ius soli puro: insomma, chi
nasce in Italia non diventerebbe automaticamente italiano, tanto meno
chi sbarca oggi sulle nostre coste. La legge infatti pone due paletti.
Il primo: diventa italiano chi è nato in Italia da genitori stranieri,
di cui almeno uno titolare del permesso per soggiornanti di lungo
periodo e dunque residente da almeno cinque anni e con reddito e
alloggio rispondenti ai requisiti di legge (ius soli temperato). Il
secondo paletto: diventa italiano anche il minore straniero che sia nato
in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo
anno di età, solo se ha frequentato regolarmente per almeno cinque anni
uno o più cicli scolastici (ius culturae).
La Fondazione Leone
Moressa da tempo ha provato a pesare l’impatto della riforma. «L’attuale
normativa italiana — premettono i ricercatori — è fortemente
sbilanciata verso lo ius sanguinis e, assieme a Danimarca e Austria, è
tra le più restrittive d’Europa. Se passasse la riforma in discussione —
spiegano — tra ius soli temperato e ius culturae, sarebbero 800mila i
potenziali beneficiari immediati (circa il 74% dei minori stranieri in
Italia) e 58mila i nuovi potenziali beneficiari ogni anno ». E le
provenienze? Stando agli studi della Moressa, tra i “nuovi italiani”
sarebbe record di bambini con genitori romeni, albanesi o marocchini.
Sarebbero loro a dividersi il podio, subito sotto troveremmo i figli di
cinesi, filippini, indiani, moldavi, ucraini, pachistani e tunisini.
Quanto alla religione, sarebbero per lo più cristiani, cattolici e
ortodossi, uno su tre musulmano. I ricercatori hanno provato a valutare
anche la loro incidenza regione per regione. Ebbene, ipotizzando che chi
è nato in una regione, ci sia rimasto, emerge subito il record della
Lombardia. È la regione con la quota più alta di potenziali beneficiari:
205mila immediati, a cui se ne aggiungerebbero 14.800 ogni anno. Ad
accogliere molti nuovi cittadini sarebbero anche Veneto ed
Emilia-Romagna (entrambe sopra quota 95mila e con seimila beneficiari in
più ogni anno). E ancora: 80mila sarebbero i nuovi laziali, 72mila i
giovani piemontesi, 61mila i toscani, 25mila i marchigiani, 23mila i
siciliani e 22mila i nuovi cittadini campani. Più modesto l’impatto
della riforma della cittadinanza al Sud e nelle piccole regioni. In
Calabria, per esempio, se lo ius soli diventasse legge dello Stato si
conterebbero 11mila nuovi potenziali calabresi, in Sardegna 4.600 nuovi
sardi. Ultime nella classifica, Molise e Valle d’Aosta, con 1.300 e
1.200 nuovi cittadini rispettivamente.