venerdì 27 ottobre 2017

Repubblica 27.10.17
Troppi silenzi complici
Carlo Smuraglia, presidente dell’Anpi
Anniversario della marcia su Roma
Domani, nell’anniversario della marcia dei fascisti su Roma, l’associazione dei partigiani organizza la manifestazione “Antifascismo in marcia”
“Il 28 ottobre dell’Anpi per spiegare il fascismo. E gli ultrà visitino i lager”
intervista di Paolo Berizzi

MILANO. Carlo Smuraglia, lei è romanista o laziale?
«Nessuno dei due. Io sono contro le curve quando diventano razziste, fasciste e addirittura antisemite ».
Il 75% dei gruppi ultrà sono di estrema destra.
«È un male. Che lo sport, in questo caso il calcio, diventi pretesto per fare apologia di fascismo e bieco negazionismo, è intollerabile. E sono stupito».
Di cosa?
«C’è stata troppa condiscendenza. Sia da parte della società sia da parte di certi organi dello Stato. L’indulgenza, il lasciar correre, minimizzare sempre, portano all’espansione di un fenomeno ».
È quello che sta succedendo?
«Ormai è sotto gli occhi di tutti. Il caso Anna Frank è solo l’ultimo esempio. Ricordo la sentenza di un tribunale: una curva dice alla curva rivale “sporchi ebrei”. Per i giudici è solo uno “scambio” tra tifoserie. È conseguente che poi gli ultrà razzisti alzino il tiro. La società deve reagire».
Anche le società di calcio.
«Troppo spesso sono silenti».
Il presidente della Lazio, Lotito, pensava di chiudere il caso con la visita in Sinagoga. Peccato che prima di andarci l’abbia definita una “sceneggiata”.
«Il gesto riparatorio era doveroso. Poi è riuscito a vanificarlo».
Che provvedimenti prenderebbe per i 12 ultrà indagati?
«Li obbligherei, come fanno in altri Paesi, a visitare i campi di concentramento».
Perché in Italia non si fa?
«C’è sempre stato un silenzio assordante. È il segno di un dato storico: il nostro Paese nelle sue istituzioni non è mai riuscito a diventare concretamente antifascista. Eppure la democrazia è l’esatto contrario del fascismo».
Novantacinque anni dopo la marcia su Roma c’è chi, Forza Nuova, ha provato a rilanciarla: nello stesso giorno, il 28 ottobre.
«Dopo la denuncia di Repubblica c’è stata una presa di posizione netta e tempestiva da parte del ministro Minniti e del capo dellaPolizia Gabrielli. Resta solo da capire un particolare».
Quale?
«La motivazione del divieto. Se è per l’ordine pubblico, mi lascia perplesso. Sarebbe un rifugio per non dire esattamente come stanno le cose. Quella marcia non si fa perché rievoca una data nefasta della storia, l’inizio del ventennio fascista. Punto».
Un gruppo neonazista, Rivolta Nazionale, annuncia che il 28 ottobre sarà in piazza. Forza Nuova invece ha rimandato la marcia al 4 novembre, festa dell’unità nazionale e giornata delle forze armate.
«Su Rivolta Nazionale auspico provvedimenti immediati, così come per le altre formazioni nazionalsocialiste attive in Italia».
Perché la magistratura non interviene?
«Manca, ripeto, una vera cultura antifascista. Nelle scuole, tra i cittadini, nelle istituzioni. Sì, anche tra i magistrati. Ho chiesto al presidente della Scuola superiore della magistratura di inserire dei corsi anche sulle leggi contro il fascismo: lo farà. Così magari evitiamo richieste di archiviazione assurde come quelle di Milano e Venezia: mi riferisco alla parata del 29 aprile al Cimitero Maggiore e alla spiaggia fascista di Chioggia. Comunque qualche segnale incoraggiante lo vedo ».
Esempio?
«Sindaci che fanno delibere per vietare che si concedano spazi pubblici per manifestazioni fasciste ».
Il 28 ottobre, in risposta alla provocazione di Forza Nuova, l’Anpi organizza “Antifascismo in marcia”. Che cosa farete?
«Trasformiamo il 28 ottobre in una giornata di informazione. Spieghiamo che cosa è stata la marcia su Roma e il fascismo. L’evento centrale sarà (a inviti) in Campidoglio. Dobbiamo fermare l’avanzata dell’estrema destra e la nostra arma è una battaglia culturale massiccia».