Repubblica 27.10.17
Englaro: “Subito il sì sul fine vita Decidere spetta solo ai cittadini”
intervista di Lavinia Rivara
ROMA.
«Noi la strada l’abbiamo tracciata, la magistratura ha fatto la sua
parte, ora spetta a loro, al Parlamento, percorrere l’ultimo miglio.
Purché la legge non venga vanificata da modifiche che la renderebbero
inutile». A oltre 25 anni di distanza da quel 18 gennaio del 1992 in cui
Eluana Englaro, a causa di un incidente, finì in uno stato vegetativo,
suo padre Beppino attende ancora il sì delle Camere al biotestamento per
porre fine alla sua lunga battaglia.
Englaro, come valuta la legge ora all’esame del Senato?
«Ha
un’ottima impostazione, credo che di più non potessero fare,
considerando anche che si trattava di raggiungere un compromesso ».
I
centristi e una parte del mondo cattolico però vorrebbero rivedere il
diritto del paziente a rifiutare idratazione e nutrizione artificiale
per affidare la valutazione finale al medico. Lei sarebbe d’accordo?
«Assolutamente
no. Contrariamente a quanto sostengono le società scientifiche, la
Cassazione ha sancito che si tratta di terapie e che quindi, in base
alla Costituzione, il cittadino ha il diritto di rifiutarle. Il fatto
che Eluana improvvisamente non fosse più in grado di intendere e di
volere, non poteva diventare una discriminazione, ledere il suo diritto
di dare disposizioni sulla sua vita. Ed era chiarissimo che le
condizioni in cui era finita erano totalmente estranee al suo modo di
concepire l’esistenza ».
Quattro senatori a vita sostengono che
ormai larga parte dell’opinione pubblica è favorevole al riconoscimento
di questo diritto. Ritiene anche lei che sia così?
«Altroché.
Quando cominciammo la nostra battaglia attraversammo il deserto, nessuno
ne voleva parlare, siete stati voi di Repubblica i primi a farlo. Oggi
l’opinione pubblica è informata, reclama questi diritti, ed è come una
Corte suprema » La legge sul biotestamento rischia comunque di non
essere approvata neanche in questa legislatura, dopo il fallimento in
quella precedente.
Vuole lanciare un ultimo appello ai partiti?
«Tutto
quello che ho fatto fin qui rappresenta il mio appello. Io dovevo
andare fino in fondo, l’ho fatto perché mi hanno chiesto di andare
avanti per tutti, anche contro la Regione Lombardia, ora condannata a
risarcirci per aver rifiutato di dar seguito alle sentenze. Noi abbiamo
fatto la nostra parte e dobbiamo ringraziare Eluana, che è sempre stata
una persona con le idee chiarissime. Ma ora non si può continuare a
privare i cittadini dell’esercizio di una libertà e di un diritto
costituzionale».