Repubblica 25.10.17
Luigi Di Maio
“Caccerò i manager di Stato lottizzati Legge elettorale, il Colle non sia complice”
Il leader M5S: “Entro marzo la mia squadra di governo”. “Con Fico opinioni diverse ma ci siamo chiariti”
di Annalisa Cuzzocrea
ROMA.
«Mattarella non firmi, non si renda responsabile dell’ennesima legge
incostituzionale». Il candidato premier dei 5 stelle Luigi Di Maio oggi
sarà davanti al Senato per protestare con Beppe Grillo e il resto del
Movimento. Ma fino a ieri era in Sicilia, dove si sta giocando il tutto
per tutto. E nei ritagli di tempo lavora alla squadra di governo: «Se
vinceremo cacceremo tutti i manager lottizzati».
Il Rosatellum non vi piace. Ma, se non vi foste sfilati sul tedesco, non ci sarebbe. Avete sbagliato?
«È
stato il Pd a far saltare tutto preferendo gli accordi sottobanco con
il Svp al bene dei cittadini. Secondo lei è normale far saltare una
legge elettorale per un emendamento tanto insignificante? La verità è
che non avevano nessuna intenzione di approvarla».
Se Mattarella firmasse, il vostro rapporto diventerebbe difficile come con Napolitano?
«Ci
rivolgiamo a lui con il massimo rispetto in quanto garante della
Costituzione. Se questa legge sarà approvata dal Parlamento, gli
chiediamo di valutare con attenzione i profili di incostituzionalità e
di non firmarla. Se un domani la Corte Costituzionale dovesse bocciarla,
e secondo noi accadrà, Mattarella ne sarebbe responsabile».
Perché accusate la Lega di tradimento? C’era un patto?
«Alla
Lega interessano le poltrone. Appoggiando il Rosatellum, Salvini sta
aprendo le porte a un governo Renzi-Berlusconi, si dovrebbe vergognare».
Eppure
sui referendum del nord siete andati insieme, e siete insieme sulle
critiche all’Ue e alla gestione dei migranti. Servirà, questo terreno
comune, dopo il voto?
«Quella della Lega è un’opposizione di facciata. Per questo abbiamo sempre detto: mai alleanze con questi partiti».
Neanche in Sicilia?
«In
Sicilia puntiamo alla maggioranza, il calore delle persone che incontro
in questi giorni mi dice che possiamo farcela. Ma se così non dovesse
essere, presenteremo un programma e chi vorrà potrà sostenerlo. Senza
dare poltrone in cambio».
Rischiereste di cadere subito o di restare immobili. Perché non coalizzarvi almeno con liste civiche?
«Non
facciamo trucchi per avere un voto in più. Nelle liste che sostengono
Musumeci c’è un’emergenza legalità. Sono piene di impresentabili, c’è un
candidato arrestato per truffa che si è dimesso da sindaco, ma ha la
faccia di correre in regione, un altro che era stato arrestato per una
compravendita di diplomi ».
Maria Elena Boschi la invita a un confronto pubblico sulle banche. Lei dice solo davanti a Banca Etruria. Scappa?
«No,
ma — senza offesa per il sottosegretario — la Sicilia e i siciliani
vengono prima di lei. Voglio anch’io un confronto tv, ma chiedo che si
svolga in una piazza. Voglio proprio vedere se la Boschi ce la fa a
mentire guardando i risparmiatori in faccia».
Roberto Fico, che si
era rifiutato di salire sul palco della sua “incoronazione” a Rimini,
oggi sarà in piazza con lei. Vi siete chiariti?
«In un gruppo è
normale che si discuta e ci si confronti a viso aperto, ma resta il
fatto che io e Roberto lavoriamo insieme per raggiungere lo stesso
obiettivo: cambiare il Paese ».
Allora perché avete sempre negato che nei 5 stelle possano esserci posizioni diverse?
«Le
posizioni e opinioni diverse sono una cosa, e noi non le abbiamo mai
negate, anzi le riteniamo fondamentali. Altra cosa sono le correnti, che
riguardano la spartizione del potere e delle poltrone e da noi non
esistono».
Avete negato anche le visioni diverse, ne sono prova le
minacce di espulsione sul blog. Prendo atto che vuole cambiare. Ora che
è capo politico, farà lei le liste?
«Faremo le parlamentarie come nel 2013. Saranno gli iscritti a scegliere i candidati».
Il sindaco di Pomezia Fucci propone di abolire il vincolo dei due mandati: non si forma anche così una classe dirigente?
«Io
sto scegliendo le migliori competenze senza che abbiano necessariamente
un passato politico. La politica è un servizio, non una carriera ».
Non mi ha risposto. Cambierete quella regola?
«No».
Quando presenterà la sua squadra di governo?
«Prima di marzo. Sarà una squadra di eccellenze italiane».
Più tecnici o più politici?
«Sceglieremo i migliori per ogni ministero».
Non vuol dir nulla, i migliori. Dove li sta cercando?
«In
questi anni abbiamo incontrato associazioni, organizzazioni non
governative e in questi mesi abbiamo intensificato gli incontri per
illustrare il nostro programma anche a manager, ricercatori, importanti
dirigenti pubblici. È il bacino da cui attingeremo. Poi c’è un confronto
continuo con i parlamentari che lavorano al programma».
Ma perché i migliori dovrebbero scegliervi, viste le esperienze di alcuni nelle vostre giunte?
«A
Roma la squadra non è stata scelta prima del voto e questo ha creato
problemi. Io farò tutto in anticipo, come ha fatto Cancelleri in
Sicilia».
Se andrete al governo pensate di cambiare tutti i vertici delle aziende pubbliche, dalla Rai all’Eni?
«Valuteremo con attenzione. Chi occupa posizioni per merito resta, chi per raccomandazione politiche verrà mandato a casa».
L’assessora
romana Castiglione — scrive “Il Messaggero” — ha assunto la sua ex
socia. Il Movimento non è nuovo a casi di “familismo”. Due pesi e due
misure, come sugli indagati?
«Non so nulla di questa storia, ma
rifiuto quest’accusa: noi non facciamo due pesi e due misure. Ogni volta
che abbiamo chiesto le dimissioni di un uomo delle istituzioni per un
avviso di garanzia si trattava di reati gravi, incompatibili con un
ruolo pubblico e con la nostra idea di etica politica. Questo principio
lo abbiamo applicato agli altri come a noi stessi. Trovo abominevole la
malafede dei partiti che provano a farci apparire come loro».