Repubblica 21.10.17
L’intervista. Parla il ministro dell’interno tedesco, Thomas De Maizière
“La situazione nei campi libici non è accettabile Sosteniamo l’Italia e la Spagna contro i trafficanti”
di Tonia Mastrobuoni
BERLINO.
La situazione nei campi profughi in Libia «non è accettabile». A
denunciare l’«improponibile » situazione dei rifugiati nel Paese di
Serraj è il ministro dell’Interno tedesco, Thomas De Maizière. In
quest’intervista esclusiva con Repubblica in occasione del G7 in Italia
sulla Cybersicurezza, il politico cristianodemocratico esplicita
l’appoggio della Germania ai Paesi affacciati sul Mediterraneo come
Italia e Spagna. Mentre sulla lotta al terrorismo islamico, De Maizière
si dice convinto che serva una maggiore convergenza dei Paesi europei
sullo scambio di informazioni e avvisa che i recenti successi militari
contro l’Isis non ci debbano illudere: «L’Europa era, è e sarà nel
mirino del terrorismo islamico ». Infine, sulle recenti elezioni
austriache e i timori che il nuovo governo Kurz possa aggiungersi ai
‘signori no’ del Quartetto di Visegrad, il ministro taglia corto:
«L’Austria resterà europeista ».
De Maizière, come giudica la situazione nei campi profughi libici?
«Dal
punto di vista umanitario la situazione nei campi profughi libici non è
accettabile. Secondo quanto ci viene riferito, le condizioni continuano
a essere improponibili. È importante che finalmente Unhcr e Iom abbiano
accesso a tutti i campi profughi. La cancelliera Merkel ha deciso che
la Germania da sola metterà subito a disposizione 50 milioni di euro per
l’assistenza ai profughi nei campi. In tal modo sono possibili notevoli
miglioramenti delle condizioni nei centri profughi».
Che cosa propone per migliorare la situazione nel Mediterraneo? I migranti continuano a cercare nuove rotte.
«Appoggiamo
i Paesi affacciati sul Mediterraneo, l’Italia e in futuro probabilmente
in misura maggiore anche la Spagna, e puntiamo alla lotta contro le
cause che inducono i profughi a lasciare i loro Paesi di origine e a una
migliore cooperazione con gli Stati di transito. Insieme dobbiamo
distruggere il modello di business dei trafficanti, rafforzare la
guardia costiera libica ed effettuare i rimpatri nei Paesi di origine
dai campi profughi in Libia».
Un Paese con cui l’Italia si è
scontrata sui profughi e sui controlli al Brennero come l’Austria ha
votato. E si è spostato a destra. Teme che il nuovo governo Kurz possa
aggiungersi ai ‘signori no’ sui profughi, al Quartetto di Visegrad?
«L’Austria
ha votato e ora, come del resto anche in Germania, si sta formando un
governo. Bisogna attenderne la formazione. Quello che conta non è la
direzione, ma la sostanza. L’Austria resterà europeista».
Alla
luce degli attentati islamici degli ultimi anni non pensa che servirebbe
un’accelerazione sulla maggiore convergenza dell’Europa sulla
sicurezza?
«Ci stiamo impegnando in questo senso. Gli Stati
dell’Ue collaborano già strettamente nel campo della sicurezza e della
lotta al terrorismo. Negli ultimi due anni abbiamo fatto più progressi
che in molti anni precedenti. Dobbiamo procedere su questa strada. Uno
dei grandi compiti da affrontare nel prossimo futuro è l’ulteriore
miglioramento dello scambio di informazioni. Questo è uno dei punti
fondamentali».
Pensa che sia ancora grande il pericolo di attentati in Europa?
«L’Europa
era, è e sarà anche in futuro nel mirino del terrorismo islamico. Siamo
un’area geografica esposta a pericoli e ciò sottolinea l’importanza di
formulare risposte comuni. In passato abbiamo visto che un attentato può
essere compiuto in qualsiasi momento. Pur non accettando questa
situazione, purtroppo dobbiamo conviverci ».