Repubblica 20.10.17
L’incubo del tracollo agita i dem Gli anti-Renzi: è un test nazionale
L’ex premier punta a recuperare voti a sinistra con comizi e testimonial
Il candidato di Mdp crede al sorpasso: “Qui muore il Partito della Nazione”
di Emanuele Lauria
PALERMO.
La resa dei conti a sinistra, in Sicilia, è già cominciata. Quando
mancano 17 giorni al voto ormai in pochi, nel Pd e nei partiti alleati, è
disposto a scommettere su una vittoria del rettore Fabrizio Micari. E
la possibilità di un sorpasso di Claudio Fava, il candidato governatore
sostenuto da Mdp e Si per il quale due volte Massimo D’Alema è venuto a
comiziare nell’isola, accende le polveri. Fava lo dice chiaramente: «Non
sono sceso in campo per mero spirito di testimonianza e so di potere
superare il rappresentante del Pd. Credo anzi che il voto disgiunto, che
non tutti gli interpellati ammettono nei sondaggi, finirà per
premiarmi. Detto ciò, è evidente che i numeri delle rilevazioni fatte
sinora, se confermati, pongono un grosso problema di leadership per
Renzi. E demoliscono il suo modello di partito- nazione, la sua
presunzione di autosufficienza».
La sensazione è quella di un
rovescio incombente con strascichi nazionali. I renziani provano a
serrare le file, a recuperare voti proprio a sinistra: non a caso nei
prossimi giorni sbarcherà in Sicilia, per una manifestazione al fianco
di Micari, pure Luciano Violante. «Stiamo cercando altre figure
rappresentative di quell’area », confida un esponente di governo molto
vicino all’ex premier. Poi toccherà a lui, a Matteo Renzi, fare l’ultima
puntata in un’isola sulla quale già un anno fa, in occasione del
referendum, aveva riposto grandi speranze, per ricevere in cambio
l’amarezza di una valanga di No. Renzi ha già messo le mani avanti: «Le
elezioni in Sicilia, per quanto importanti, restano un fatto locale».
Non la pensano così gli uomini di Andrea Orlando: «Non vogliamo mettere
in discussione la segreteria - dice il deputato Andrea Berretta,
coordinatore siciliano degli orlandiani - ma non si può rubricare il
voto nell’isola a una questione locale. Noi stiamo sorreggendo con forza
Micari, partecipando alla formazione delle liste e proponendo per la
sua giunta un uomo di sinistra come Franco La Torre. Ma è chiaro che un
eventuale risultato negativo per Micari andrà letto assieme al dato di
Fava. E dovrà costringerci a una riflessione sulla strategia delle
alleanze in vista delle politiche: senza la sinistra difficilmente
vinceremo nei collegi».
Il resto è la cronaca di una debacle
annunciata. L’obiettivo di un campo largo, di un’alleanza dalla sinistra
agli alfaniani sul modello di quello che trionfò alle Comunali di
Palermo, è tramontato presto: i bersaniani si sono sfilati subito, degli
esponenti di Pisapia in Sicilia ci sono poche tracce, Ap non è sicura
neppure di superare il 5 per cento. Lo stesso Leoluca Orlando, sponsor
di Micari, si è disimpegnato: in un clima di ostilità con il Pd, il
sindaco di Palermo ha rinunciato a fare liste autonome e si è dovuto
unire al movimento del “nemico” Crocetta. Il quale, per conto suo, alla
fine non si è neppure candidato per l’Ars a causa di un misterioso
ritardo nella presentazione dei documenti.
In questo clima, l’ex
An Musumeci ha gioco facile nell’invitare gli elettori dello
schieramento avverso a sostenerlo «con lo scopo comune di scongiurare
l’incompetenza grillina». E i moderati del Pd non sono insensibili a
queste sirene. L’ex ministro Salvatore Cardinale, leader di una
consistente costola dei dem isolani, ammette: «È evidente che la
minaccia costituita dal recupero di M5S spinge molti nostri elettori
verso Musumeci». Insomma, è già pronto il soccorso rosso per un
centrodestra che, se vincerà, avrà comunque biosgno di alleati per
formare una maggioranza all’Ars. La mission impossible di Micari è
sorretta ormai solo da un incrollabile atto di fede: «La mia sconfitta
rientra nel periodo ipotetico dell’irrealtà», azzarda il rettore. Ma
intorno a lui, nella realtà, si guarda già oltre.
L’appello di Musumeci agli elettori del Pd: contro il pericolo grillino votate per me
IL RETTORE
Fabrizio
Micari, rettore di Palermo, è il candidato di democratici e centristi
alle elezioni siciliane. I sondaggi, a quindici giorni dal voto, lo
indicano al terzo posto con il 15 per cento.