Repubblica 13.10.17
Il voto spacca i deputati di Pisapia Mdp, Bersani pensa a Grasso leader
E nell’arringa l’ex segretario dem ricorre al greco: “Il Rosatellum come un hapax legomenon”
di Giovanna Casadio
ROMA.
Sarà a causa dell’hapax legomenon che ha stranito l’aula della Camera, o
forse del riferimento al cubo di Rubik per dire che assicurarsi una
sedia in Parlamento è un rompicapo non prevedibile altro che giochetti e
calcoli, ma il video del discorso di Pierluigi Bersani contro il
Rosatellum nella mattinata di ieri ha avuto in poche ore venticinquemila
visualizzazioni. Che sia il più popolare a sinistra lo sanno tutti e i
compagni demoprogressisti più di tutti. «Figuriamoci se non riconosco la
sua leadership, per me c’è addirittura un conflitto d’affetto» premette
Roberto Speranza, il delfino bersaniano, consapevole che trovare un
leader della sinistra è ugualmente un cubo di Rubik.
Ormai le
strade con Giuliano Pisapia e il suo movimento, Campo progressista, si
sono divaricate. E nell’intreccio tra posizioni sulla legge elettorale e
strategie politiche, in Mdp è circolato il sospetto che alcuni
demoprogressisti di tendenza-Pisapia abbiano votato in segreto sì alla
nuova legge elettorale. Del resto il gruppetto di centristi di Campo
progressista guidati da Bruno Tabacci (5 tra i 12 di Democrazia
solidale) si sono schierati per il sì al Rosatellum. Oggi o domani
Tabacci a Milano parlerà della scelta fatta con Pisapia, che al
Rosatellum è nettamente contrario, benché favorisca la coalizione.
«Almeno questa legge è un passo in avanti verso il centrosinistra»,
ritiene Tabacci.
Bersani in aula prende la parola e attacca: «Dove
sono i liberali, quelli che dicono che le regole sono sostanza, questo è
un marchingegno sconosciuto, un hapax legomenon...». Tradotto dal
greco: una parola che ricorre una volta sola in un testo. Invita i
parlamentari a riflettere e a fermarsi. Così come Speranza, a cui tocca
la dichiarazione di voto finale, denuncia: «È una pagina nera e la
fiducia è una violenza al Parlamento... è tornato il governo Renzi per
interposta persona e il centrosinistra con questa legge si rompe
definitivamente ». Avanti quindi con il progetto del quarto polo e della
lista rossa con Sinistra Italiana, “Possibile” di Pippo Civati, Anna
Falcone e Tomaso Montanari. Bersani ironizza a proposito della sua
leadership: no - scuote la testa adesso avanti gli altri. Sa di essere
«l’usato sicuro», facile bersaglio del rottamatore Renzi. Pensa
piuttosto a Piero Grasso: è il nome più gettonato. Il presidente del
Senato ha già mostrato «amicizia» e simpatia per la sinistra bersaniana,
ricambiato con applausi alle feste di Mdp e con apprezzamenti sui
social. Però da questo ad assumersi il fardello della guida di una
sinistra tutta da ricostruire, ne corre. Una riunione di Campo
progressista (senza Mdp) è in programma a inizio della prossima
settimana. Abbracci a Montecitorio dei bersaniani a Claudio Fava, il
candidato demoprogresista alle regionali siciliane (arrivato all’ultimo
per il voto finale), esempio della sinistra che corre da sola.