pagina 99 13.10.2017
La borsa nera dei bitcoin cinesi
Trading | Le quotazioni in criptovaluta delle aziende, vietate da Pechino, proseguono nei circuiti clandestini
A
inizio settembre la banca centrale cinese le ha messe al bando,
ritenendo che dietro di esse si nascondessero truffe e altre attività
illecite, ma adesso le Ico (Initial Coin Offering) sono tornate a fare
capolino sul mercato nero. Di che si tratta? Le Ico sono un meccanismo
che combina alcune caratteristiche del crowdfunding e delle Ipo (le
Initial Pubblic Offering comunemente usate in borsa) e che permette alle
imprese di intercettare investimenti in criptovaluta da parte del
pubblico – come accade su Kickstarter – compensandoli con una
percentuale della proprietà aziendale o degli utili, quando ci saranno.
In Cina, nonostante il divieto, si sta sviluppando una rete clandestina,
lontana dagli occhi degli organi di vigilanza, in cui si possono ancora
finanziare aziende tramite valute digitali. Investitori e intermediari
finanziari lo sanno: il trading di bitcoin e di altre criptovalute è più
fiorente che mai. «Si possono chiudere gli scambi, ma non si può
fermare la domanda fortissima che sorregge queste forme di
investimento», ha ammesso di recente Leon Liu, amministratore delegato
di Bitkan, società che ha sede a Shenzhen e fornisce dati e servizi sul
trading in valuta digitale. Secondo Liu l’errore di Pechino è stato
vietare forme di investimento come le Ico, quando sarebbe stato meglio
regolamentarle. «In effetti molte Ico in Cina erano solo truffe per
racimolare soldi senza regole chiare sui possibili vantaggi per gli
investitori», dice al Wall Street Journal, Regina Lai, direttore
commerciale di Sosobts, piattaforma di data analysis specializzata in
valute digitali, «ma come in ogni altro azzardo speculativo con le Ico
puoi guadagnare un sacco di soldi ma puoi anche perdere tanto». Intanto
la febbre da bitcoin non accenna a spegnersi. Dopo il crollo a settembre
causato dalla stretta attuata dalla banca centrale cinese nei confronti
delle Ico, il valore della moneta virtuale è tornato a crescere. «Only
rises, does not fall» (“cresce soltanto, non cala”) si legge nella
presentazione di un’azienda cinese di logistica che cerca di attirare
investitori sfruttando il trading di criptovaluta. Illegalmente, secondo
Pechino, che però deve fare i conti con un sottobosco sempre più in
fermento.