La Stampa 6.10.17
Il risultato di una legge sbagliata
di Linda Laura Sabbadini
Lo
avevamo detto su questo giornale, lo avevano detto le donne dei
sindacati e delle associazioni, purtroppo è successo ciò che non doveva
succedere. Con un risarcimento di 1500 euro il reato di stalking si
estingue. È l’effetto della riforma del codice penale che si applicava
anche al reato di stalking, per la parte meno grave, e avevamo
aspramente criticato.
Certo è avvenuto per un caso meno grave di
stalking, per quelli gravi non sarebbe successo. Ma non va bene lo
stesso. Primo, perché un caso meno grave per l’escalation della violenza
può poi trasformarsi in uno grave. Secondo, perché si dà un messaggio
terribile di ambiguità nei confronti della battaglia contro la violenza
sulle donne. E cioè, un uomo stalker può farla franca con sole 1500
euro, senza essere condannato. Il nostro giornale aveva salutato
positivamente la posizione assunta dal ministro della Giustizia Orlando
che si era detto pronto a trovare adeguata soluzione. Ma purtroppo il
tempo è passato e gli effetti di una norma errata cominciano a vedersi.
Bisogna reinserire lo stalking anche non grave (a querela remissibile)
tra i reati a cui non si applica la estinzione del reato mediante
pagamento di un risarcimento. E dare un messaggio chiaro, univoco.
Chi
è autore di stalking commette un reato, e questo non può essere estinto
pagando. Quindi, lo stalker deve essere condannato. Ci vuole molto? No.
Deve essere fatto per le 3 milioni e mezzo di donne che hanno subito
stalking nel corso della vita. Per quelle che in gran parte non
denunciano, l’85%, che spesso pensano che tanto non cambierebbe nulla e
che adesso non denuncerebbero perché sanno che lo stalker potrebbe
cavarsela pagando ridicoli risarcimenti.
La violenza contro le
donne è uno dei reati più difficili da combattere, ci vuole tanto tempo,
tanto impegno e tanta coerenza nei messaggi che si danno e nelle azioni
che si fanno. Si può sbagliare, ma si deve correggere velocemente
l’errore commesso.