La Stampa 6.7.17
Colpo di spugna sul reato di stalking
Bastano 1500 euro per estinguerlo
Torino, il giudice: cifra congrua. La ragazza vittima aveva rifiutato il risarcimento
di Claudio Laugeri
L’operaio
di 39 anni voleva conoscere la giovane venditrice ambulante di 24. Ha
incominciato a seguirla in auto. Voleva capire dove andava, se era
fidanzata. Una volta, due, tre. Il pedinamento non era certo un lavoro
da professionista, la giovane ha chiesto aiuto in famiglia. Alla terza
volta, l’operaio è stato bloccato dal padre e dal fratello di lei, che
hanno chiamato i carabinieri. Arresto. Tre giorni di carcere. E processo
con rito abbreviato per stalking.
La procedura
«L’accusa
era comunque sproporzionata ai fatti», spiega l’avvocato Piersandro
Adorno, difensore dell’operaio. È forte della decisione del giudice
Rosanna La Rosa, che ha ritenuto «congrui» i 1500 euro consegnati dalla
difesa come «riparazione» al danno subìto dalla giovane. Contattata
dall’ufficiale giudiziario (come prevede la procedura), lei aveva
rifiutato. La difesa dell’operaio, però, aveva versato quel denaro su un
libretto di deposito giudiziario a nome della parte lesa, sempre come
prevede la procedura. A questo punto, spettava al giudice valutare la
congruità del risarcimento. E così è stato. Il giudice ha dichiarato «il
reato estinto per condotte riparatorie».
La sentenza ha già fatto
discutere, ma l’avvocato difende la decisione: «I fatti contestati
erano davvero pochi e non ritengo fossero episodi di stalking. Il mio
cliente ha avuto comportamenti sbagliati, inappropriati, ma non
persecutori».
Nella denuncia, la giovane aveva parlato di più
pedinamenti in meno di due mesi. «Tre episodi, lui aveva seguito la
ragazza in auto. Voleva conoscerla, cercava di capire quali luoghi
frequentasse, nulla di più. Ripeto, ha sbagliato, ma non voleva certo
perseguitarla», aggiunge il legale. «Mai incontrata. Mai rivolto la
parola. Mai toccata. Situazione ben diversa da molte altre, dove le
molestie, le violenze fisiche e psicologiche sono pesanti, quotidiane».
Arresto e processo
Ancora
l’avvocato Adorno: «Il mio cliente è rimasto in carcere tre giorni, il
giudice ha imposto il divieto di avvicinamento alla ragazza e lui lo ha
sempre rispettato. Ho scritto alla giovane per esprimere il rammarico
dell’accusato e la disponibilità a un risarcimento. Mi ha risposo lei
stessa, dicendo che non era interessata ai soldi».
La giovane non
si è costituita parte civile e non ha mai incaricato un avvocato di
assisterla nella vicenda. «Alla lettera ha risposto lei, senza
intermediari. Ha rifiutato il risarcimento, come era suo diritto.
Abbiamo seguito la procedura e il giudice ha valutato che la cifra fosse
congrua per i fatti contestati», aggiunge il legale.
La vicenda,
però, ha scatenato una ridda di polemiche politiche. In prima fila i
deputati M5S in commissione Giustizia: «L’articolo sulla giustizia
riparativa non doveva essere approvato in questo modo. Avevamo proposto
che la vittima potesse opporsi alla decisione del giudice o che almeno
venissero esclusi i reati contro la persona come lo stalking». Puntano
il dito contro «il ministro Orlando e la stessa presidente (della
commissione, ndr) Donatella Ferranti», che «avevano minimizzato».
Ancora: «Tali autorevoli interpretazioni normative sono drammaticamente
sconfessate dalla prima applicazione concreta della norma da parte del
tribunale di Torino. Si dovrebbero vergognare e chiedere scusa alle
vittime invece di scaricare la colpa sui giudici, è la norma e non
l’interpretazione ad essere errata».