venerdì 6 ottobre 2017

La Stampa 6.7.17
Colpo di spugna sul reato di stalking
Bastano 1500 euro per estinguerlo
Torino, il giudice: cifra congrua. La ragazza vittima aveva rifiutato il risarcimento
di Claudio Laugeri

L’operaio di 39 anni voleva conoscere la giovane venditrice ambulante di 24. Ha incominciato a seguirla in auto. Voleva capire dove andava, se era fidanzata. Una volta, due, tre. Il pedinamento non era certo un lavoro da professionista, la giovane ha chiesto aiuto in famiglia. Alla terza volta, l’operaio è stato bloccato dal padre e dal fratello di lei, che hanno chiamato i carabinieri. Arresto. Tre giorni di carcere. E processo con rito abbreviato per stalking.
La procedura
«L’accusa era comunque sproporzionata ai fatti», spiega l’avvocato Piersandro Adorno, difensore dell’operaio. È forte della decisione del giudice Rosanna La Rosa, che ha ritenuto «congrui» i 1500 euro consegnati dalla difesa come «riparazione» al danno subìto dalla giovane. Contattata dall’ufficiale giudiziario (come prevede la procedura), lei aveva rifiutato. La difesa dell’operaio, però, aveva versato quel denaro su un libretto di deposito giudiziario a nome della parte lesa, sempre come prevede la procedura. A questo punto, spettava al giudice valutare la congruità del risarcimento. E così è stato. Il giudice ha dichiarato «il reato estinto per condotte riparatorie».
La sentenza ha già fatto discutere, ma l’avvocato difende la decisione: «I fatti contestati erano davvero pochi e non ritengo fossero episodi di stalking. Il mio cliente ha avuto comportamenti sbagliati, inappropriati, ma non persecutori».
Nella denuncia, la giovane aveva parlato di più pedinamenti in meno di due mesi. «Tre episodi, lui aveva seguito la ragazza in auto. Voleva conoscerla, cercava di capire quali luoghi frequentasse, nulla di più. Ripeto, ha sbagliato, ma non voleva certo perseguitarla», aggiunge il legale. «Mai incontrata. Mai rivolto la parola. Mai toccata. Situazione ben diversa da molte altre, dove le molestie, le violenze fisiche e psicologiche sono pesanti, quotidiane».
Arresto e processo
Ancora l’avvocato Adorno: «Il mio cliente è rimasto in carcere tre giorni, il giudice ha imposto il divieto di avvicinamento alla ragazza e lui lo ha sempre rispettato. Ho scritto alla giovane per esprimere il rammarico dell’accusato e la disponibilità a un risarcimento. Mi ha risposo lei stessa, dicendo che non era interessata ai soldi».
La giovane non si è costituita parte civile e non ha mai incaricato un avvocato di assisterla nella vicenda. «Alla lettera ha risposto lei, senza intermediari. Ha rifiutato il risarcimento, come era suo diritto. Abbiamo seguito la procedura e il giudice ha valutato che la cifra fosse congrua per i fatti contestati», aggiunge il legale.
La vicenda, però, ha scatenato una ridda di polemiche politiche. In prima fila i deputati M5S in commissione Giustizia: «L’articolo sulla giustizia riparativa non doveva essere approvato in questo modo. Avevamo proposto che la vittima potesse opporsi alla decisione del giudice o che almeno venissero esclusi i reati contro la persona come lo stalking». Puntano il dito contro «il ministro Orlando e la stessa presidente (della commissione, ndr) Donatella Ferranti», che «avevano minimizzato». Ancora: «Tali autorevoli interpretazioni normative sono drammaticamente sconfessate dalla prima applicazione concreta della norma da parte del tribunale di Torino. Si dovrebbero vergognare e chiedere scusa alle vittime invece di scaricare la colpa sui giudici, è la norma e non l’interpretazione ad essere errata».