La Stampa 25.10.17
Mps in Borsa con i fantasmi del passato
Viola e Profumo, nuove accuse. La Ue impone la vendita della collezione d’arte
di Gianluca Paolucci
Monte dei Paschi torna in Borsa dopo dieci mesi, ma i problemi del passato restano.
Ieri
è emerso che Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente ex
presidente ed ex ad della banca senese, sono indagati a Milano in un
nuovo fascicolo che ipotizza il reato di ostacolo alla vigilanza
relativamente alla contabilizzazione dei derivati Alexandria e Santorini
nei bilanci di Mps dal 2012 fino alla semestrale del 2015. Per i due
manager è stato chiesto il rinvio a giudizio in fascicolo separato che
ipotizza i reati di false comunicazioni e manipolazione del mercato
sempre per la contabilizzazione dei due derivati negli anni nei quali
hanno guidato l’istituto. La nuova contestazione è mossa anche alla
stessa Mps ai sensi della legge 231.
Ieri intanto è stato
pubblicato il documento di registrazione della banca, che contiene una
lunga serie di avvertenze e rilievi. Il prezzo dell’azione, che oggi
torna ad essere scambiata a Piazza Affari, è stato fissato
«prudenzialmente» a 4,28 euro. Ma, avvisa, quello che «si determinerà
(sul mercato) al riavvio delle negoziazioni potrebbe discostarsi anche
sensibilmente rispetto a tale valore». A questi prezzi lo Stato, che al
termine dell’operazione di scambio con i risparmiatori che hanno
ricevuto azioni in cambio dei bond subordinati avrà tra il 69% e il 71%,
«sconta» una minusvalenza di 1,8 miliardi di euro. Ma il timore è che
all’avvio degli scambi il prezzo possa scendere ulteriormente, se gli
investitori che hanno ricevuto azioni in cambio dei bond dovessero
vendere massicciamente i titoli ricevuti. A completare il quadro del
salvataggio della banca manca però ancora il decreto del ministero per
l’offerta di scambio delle azioni ricevute dai piccoli risparmiatori con
bond senior. L’offerta dovrebbe partire il 30 ottobre per chiudersi il
30 novembre, ma senza il decreto attuativo non si può fare e il decreto
non sarebbe ancora pronto. A complicare il tutto, il contratto con
Quaestio prevede tra le condizioni per la vendita delle sofferenze il
completamento dell’offerta di scambio.
Tra i rischi figurano le
richieste di risarcimento, pari a 4,2 miliardi. A fronte di questi la
banca, dopo aver valutato i rischi di soccombenza nelle cause in corso,
ha accantonato 572 milioni. Tra gli allarmi figura anche quello,
condiviso da tutte le banche italiane, per l’impatto della nuova
regolazione sui crediti deteriorati da parte della Bce. La stessa Bce
rileva una serie di debolezze, tra le quali l’aspetto reputazionale e
«la qualità del credito, in relazione al livello elevato e superiore
alla media dei Npl».
Ma a colpire sono gli impegni assunti con la
Ue. Accanto a quelli già noti, come l’uscita dello Stato dal capitale e
il tetto agli stipendi dei manager, al divieto di acquisizioni e ad una
serie di cessioni e chiusure di filiali, alla banca è imposto anche di
vendere la sua collezione d’arte. un patrimonio notevole, accumulato per
secoli dall’istituto e arricchito dalle collezioni delle banche
acquisite. Una collezione smisurata. composta prevalentemente da dipinti
e sculture di scuola senese dal XIV al XIX secolo, con pezzi del ’900
italiano.