La Stampa 17.10.17
Gli ebrei romani dopo la grande retata
del 16 ottobre ’43: una ricerca a più voci
di Mirella Serri
Quanti
furono gli ebrei catturati il 16 ottobre 1943 dalla Gestapo nella
Capitale? Quanti furono i cittadini di religione ebraica vittime di
retate e quanti quelli che si mobilitarono nella resistenza armata? A
rispondere a queste e a molte altre domande fino a oggi rimaste
irrisolte arriva una ricerca a cura di Silvia Haia Antonucci e Claudio
Procaccia, Dopo il 16 ottobre. Gli ebrei a Roma tra occupazione,
resistenza, accoglienza e delazioni (1943-1944) (Viella, pp. 384, € 35).
Il
libro, che accoglie tra gli altri gli interventi di Amedeo Osti
Guerrazzi e Daniele Spizzichino, nasce da un’iniziativa della Fondazione
Museo della Shoah con la Comunità ebraica di Roma e il suo Archivio
storico. Con dovizia di dati, Osti Guerrazzi nel saggio dedicato a
«Carnefici e vittime» ci offre inedite informazioni sugli ebrei, circa
800, che finirono preda dei rastrellamenti successivi al devastante 16
ottobre. La ricerca aggiunge anche altre scoperte: preti, suore e in
generale i romani non furono insensibili al grido di dolore dei
concittadini e circa l’85 per cento della popolazione ebraica dell’Urbe
scampò alla morte. «Una percentuale impressionante se confrontata con
quella di molte altre comunità europee», osservano i curatori. La
solidarietà capitolina non ebbe confronti nel Vecchio Continente.