venerdì 13 ottobre 2017

La Stampa 13.10.17
La scia di veleni che condizionerà il fine legislatura
di Marcello Sorgi

La legge elettorale approvata alla Camera - con un risultato numerico che lascia intuire un robusto soccorso del centrodestra nel voto segreto, per assicurarsi la sconfitta dei franchi tiratori - si lascia dietro una scia di veleni che peseranno sulle settimane e sui mesi rimasti di qui alla conclusione della legislatura. Basta solo riflettere sul fatto che tutti gli schieramenti - maggioranza e opposizione - escono dalla vicenda del Rosatellum spaccati e percorsi da desideri di vendette che potrebbero ripercuotersi sui prossimi, rilevanti appuntamenti, a cominciare ovviamente dalla legge di stabilità e dal secondo tempo, al Senato, della partita che s’è appena chiusa alla Camera. Nello schieramento che sosteneva il governo s’è consumata la rottura finale tra Pd e Mdp: Gentiloni non potrà contare sui voti degli scissionisti bersaniani e dalemiani per la manovra economica. Nel centrodestra - lo si è capito ascoltando il durissimo intervento in aula di Giorgia Meloni - s’è rotto il fronte sovranista, perché Salvini s’è alleato con Berlusconi a sostegno della legge, mentre FdI, che pure formalmente fa parte della coalizione, ha scelto la strada di un “no” secco, accanto al Movimento 5 stelle, allo stesso Mdp e Sinistra italiana, e a dissidenti espliciti del Pd, come ad esempio Rosi Bindi, che tuttavia ha votato la fiducia. Infine - anche se ufficialmente sia Grillo che Salvini hanno sempre negato questa eventualità - è tramontata l’ipotesi che dopo le elezioni, nel caso in cui la somma dei parlamentari eletti da Movimento 5 stelle, Lega e Fratelli d’Italia facesse maggioranza, i tre partiti avrebbero potuto far vita al tentativo di formare un loro governo, dato che i 5 Stelle hanno considerato un tradimento imperdonabile il “sì” del Carroccio alla legge, dopo tante convergenze, occasionali o meno, trovate all’opposizione dei governi Letta, Renzi e Gentiloni.
Adesso tutti gli occhi sono puntati sul Senato. Se Renzi riuscirà in un secondo blitz, portando il Rosatellum nell’aula di Palazzo Madama prima dei risultati delle regionali siciliane del 5 novembre, le possibilità di varare definitivamente la legge cresceranno. Altrimenti tutto tornerà in alto mare.