domenica 8 ottobre 2017

internazionale 6.10.2017
Solo le donne possono salvare la Russia 
Il calo della popolazione è una grave minaccia per l’economia. Il Cremlino vuole incentivare la maternità e l’occupazione femminile. Ma la società russa è profondamente maschilista 
di Ljudmila Aleksandrova, Moskovskij Komsolets, Russia


L a Russia ha dichiarato una mobilitazione generale per fare in modo che le donne risolvano due problemi del paese: la carenza di forza lavoro e il calo delle nascite. Se questi due problemi non saranno risolti, il contraccolpo economico sarà inevitabile. Entro il 2030 la popolazione attiva tra i russi con meno di 40 anni crollerà del 25 per cento, ha detto Vladimir Gempelson, il direttore del centro di ricerca sul lavoro presso l’Alta scuola di economia, in occasione del forum finanziario di Mosca. “Se si traducono le proiezioni demografiche dell’istituto di statistica russo in livelli di occupazione, si deduce che entro il 2030 l’occupazione diminuirà di circa l’8 per cento, cioè di sei milioni di persone”, ha spiegato. È una prospettiva spaventosa, per usare un eufemismo: con una simile carenza di forza lavoro non è possibile sperare in alcuna crescita economica. Le autorità prevedono di risolvere questo difficile problema riportando al lavoro le donne appena diventate mamme e già impegnate a risolvere un altro problema nazionale: la crescita demografica. Il presidente russo Vladimir Putin ha parlato con preoccupazione del forte calo della natalità in Russia. “Nei prossimi decenni la questione demografica sarà prioritaria per lo sviluppo del paese”, ha detto a giugno del 2017 nel corso di una conferenza economica al Cremlino. “Stanzieremo le risorse necessarie per attuare una politica adeguata”. Entrambe le cose A quanto pare, quindi, le donne russe non possono più scegliere se avere un figlio o lavorare: dovranno fare entrambe le cose. Ma, com’è noto, se si affrontano più compiti contemporaneamente c’è il rischio di non portarne a termine con successo neanche uno. Non è un caso che durante il recente Forum economico orientale il ministro dello sviluppo economico russo, Maksim Oreškin, abbia partecipato a un dibattito intitolato “Il rafforzamento del ruolo delle donne in Russia per la crescita e lo sviluppo dell’economia”. Nel suo intervento Oreškin ha dichiarato che l’importanza delle donne per l’economia nazionale è destinata ad aumentare. Secondo il ministro, però, c’è un problema: in Russia le donne che vanno in maternità hanno meno possibilità di fare carriera “sia a causa del tempo che perdono sia per l’impossibilità di salire di grado quando se ne presenta l’occasione”. In sostanza, Oreškin pensa che il congedo di maternità sia una perdita di tempo. A questo punto non è chiaro se la questione demografica deve passare in secondo piano o se le donne devono partorire mentre sono sedute alla scrivania in ufficio. Secondo i dati dell’istituto di statistica nazionale, il 1 gennaio 2016 circa 78,6 milioni di persone, cioè il 54 per cento della popolazione russa, erano donne. Più di 35 milioni di donne avevano un’occupazione. Il 13,8 per cento lavorava nel settore dei trasporti e delle comunicazioni, mentre il 13,2 per cento era attivo in quello del commercio, dei servizi pubblici e della ristorazione. In politica la quota delle donne è nettamente inferiore, anche se non sono del tutto assenti: nella duma, la camera bassa del parlamento russo, solo il 16 per cento dei 450 seggi è occupato da donne, per la precisione 72. Il governo, comunque, sta prendendo in considerazione la possibilità di assegnare alle donne il 30 per cento dei posti nella duma entro il 2022. Solo cinque donne occupano una posizione di alto livello nel governo. Perché? La spiegazione è semplice: la maggior parte dei maschi russi pensa che “le donne debbano stare ai fornelli”. “Non sono una donna, quindi non ho cattive giornate. Non voglio offendere nessuno, è semplicemente una cosa naturale. Esistono determinati cicli naturali”, ha dichiarato Putin in un’intervista con il regista statunitense Oliver Stone. In realtà tutte le statistiche dimostrano che in Russia c’è un’enorme differenza di retribuzione tra uomini e donne per lo stesso lavoro. Come sottolineano gli esperti, il problema della disuguaglianza di genere nel paese non è affatto un mito. Tuttavia i politici russi non si sforzeranno più di tanto per capire come mai le donne non riescono a partorire figli e allo stesso tempo a risollevare le sorti dell’economia. Forse è opportuno che il governo riveda davvero le sue priorità.