internazionale 21.10.2017
Cina
La nuova era di Xi Jinping
Con un discorso di tre ore e mezza trasmesso in tv, il 18 ottobre il presidente cinese Xi Jinping ha aperto il 19° congresso del Partito comunista, che durerà una settimana. Xi ha sottolineato i progressi fatti negli ultimi cinque anni dal paese, diventato un protagonista della scena internazionale, e ha annunciato in che direzione si muoverà nel futuro prossimo. Xi, riporta l’agenzia Xinhua, prevede che entro il 2035 la Cina diventerà un paese socialista moderno, e che i prossimi due o tre anni saranno cruciali per far diventare la società cinese moderatamente ricca. Per questo il governo continuerà a promuovere lo sviluppo economico, politico, culturale, sociale e ambientale puntando sulla ricerca scientifica, la formazione e l’innovazione e lottando contro povertà e inquinamento. “Dovremo lavorare sodo nei prossimi quindici anni”, ha detto il presidente, aggiungendo che “entro il 2035 la Cina sarà un paese chiave per l’innovazione, con un forte potere economico e scientifico, un paese basato sul diritto”, e che “la vita dei cinesi migliorerà e la disparità di reddito tra le zone rurali e le zone urbane sarà ridotta”. Raggiunti questi obiettivi, ha proseguito Xi, “in altri quindici anni la Cina diventerà un moderno paese socialista ricco, potente, democratico, armonioso e bello”. Davanti ai 2.300 delegati riuniti a Pechino, Xi ha tuonato contro ogni tentativo separatista, riferendosi probabilmente a Taiwan e a Hong Kong. “Stabilità” è la parola d’ordine per il futuro, sia sul piano interno sia su quello internazionale. Il partito deve rafforzare un sistema verticale di gestione dei conflitti sociali, garantire la sicurezza occupazionale, soprattutto ai giovani laureati e ai lavoratori migranti, e ridurre gli incidenti gravi sul lavoro. Per Xi Jinping il partito deve rafforzare il suo ruolo in tutti gli aspetti della vita dei cinesi e difendere l’ideologia: contrapponendosi alla democrazia occidentale, ma cercando più democrazia dentro il partito