lunedì 16 ottobre 2017

Internazionale 13.10.2017
Cina
Il congresso di Xi Jinping


Il 18 ottobre si apre a Pechino il 19° congresso del Partito comunista cinese. L’assemblea confermerà Xi Jinping segretario del partito e leader del paese per i prossimi cinque anni e offrirà indicazioni sui futuri indirizzi politici, economici e sociali della Cina. In genere la leadership resta in carica per due congressi (cioè per dieci anni), ma molti pensano che Xi Jinping possa infrangere la regola e restare alla guida del paese anche dopo il 2022. Nei prossimi giorni, quindi, gli occhi saranno puntati sui segnali che potrebbero smentire o confermare quest’ipotesi. “Il primo segnale è già arrivato con l’indagine per corruzione a carico del leader della città di Chongqing, Sun Zhengcai, uno dei candidati alla successione di Xi”, scrive la Nikkei Asian Review. Potrebbe essere un avvertimento per chiunque pensi di sostituire l’attuale leader. Un’altra importante indicazione verrà dalla sorte di Wang Qishan, fedelissimo di Xi e guida della campagna anticorruzione voluta dal presidente. Se, nonostante abbia superato i limiti d’età, sarà confermato nel comitato permanente del politburo, il livello più alto della leadership, sarebbe un altro segnale della volontà di Xi di restare al potere. Infine, l’attenzione si concentrerà sulla scelta dei rappresentanti della cosiddetta “sesta generazione” di leader nominati ai livelli più alti. Tra i candidati ci sono tre uomini molto vicini a Xi: Li Zhanshu, Zhao Leji e Chen Min’er. “Dal congresso del 1997 la politica cinese segue delle regole non scritte”, spiega The Diplomat. Stando a quello che è successo in passato, se i due componenti più giovani del politburo – Hu Chunhua, 54 anni, e Chen Min’er, 57 – entrassero nel comitato permanente, sarebbe un chiaro segnale che i predestinati alla futura leadership del paese sono loro.