Il Sole Domenica 22.10.17
Agrippina degli Imperatori
La «lectio magistralis» sulla figlia di Germanico, sorella di Caligola, nipote e moglie di Claudio, madre di Nerone
di Andrea Carandini
Conosciamo
la storia di Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone per come si è
svolta anno per anno grazie a Tacito e a Cassio Dione e in modo
sintetico vita per vita grazie a Svetonio. È un patrimonio straordinario
di notizie, ma a me pare che manchino due dimensioni necessarie al
senso della vita: un punto di vista interessato e individuale e i
paesaggi e le architetture nei quali gli eventi si sono svolti,
componenti al contrario presentissime nel romanzo moderno. Così mi è
venuto il desiderio di reimpossessarmi delle vite dei Cesari da un punto
di vista autorevole ma insolito, usando le mie conoscenze archeologiche
per capire il racconto a partire dai luoghi e dalle costruzioni. Gli
storici giudicano gli spazi irrilevanti, ma sbagliano. Capiremmo Luigi
XIV senza Versailles?
Un precedente narrativo clamoroso è
rappresentato da I Claudius di Robert Graves, del 1934, ma il punto di
vista non è insolito, trattandosi di un principe, e mancano del tutto le
scene tridimensionali. Da oltre un trentennio passo le mie estati a
Deià nell’isola di Mallorca, il villaggio dove Graves ha vissuto. Così,
da lui ispirato, mi è venuto in mente di scrivere un pendant: Io
Agrippina. la nipote e moglie di Claudio.
Parrebbe una impresa
antistorica, eppure non lo è, ché se i Cesari hanno scritto loro
memorie, anche Agrippina – caso straordinario – ha scritto Commentarii,
come se fosse stata un magistrato e un comandante di legioni. Era una
delle tante donne che hanno anche le qualità degli uomini, realtà che
oggi apprezziamo, ma che gli antichi mal sopportavano per il loro
supremo maschilismo. Infatti a Roma non sono esistite ufficiamente
principesse o imperatrici, ma nella realtà?
Allora ho cominciato a
rileggere le fonti, sempre considerandole da quella che potrebbe essere
stata l’ottica di Agrippina – gli autori parlano sovente di lei,
citando anche fatti tratti dai Commentarii – rispettando gli anni quanto
i luoghi. Operazione non facile, perché i Commentarii – orribile
perdita – non sono giunti fino a noi. Pierre Grimal ha tentato di
risuscitarli, a mio avviso senza riuscirvi, per cui ho pensato di
ritentare l’esperimento mettendo al centro il punto di vista di una
femmina (anche al maschile) che vive e si muove in paesaggi dell’anima e
in paesaggi del mondo, che tra loro si incontrano e scontrano(e
l’editore Laterza in ciò mi ha incoraggiato).
Il dramma comincia
con Augusto che abbandona sua moglie Scribonia che nel ventre ha una
bambina, Giulia. Lui ha perso la testa per Livia, che anche lei ha nel
ventre un bambino, Druso, avuto dal marito, un Domizio Enobarbo. Ma
Livia non darà figli ad Augusto: problema enorme per un principe, cioè
un monarca anche se in veste repubblicana. E allora, come dar vita alla
dinastia dei Cesari, senza regolare la successione, che sarebbe con
ammettere una regalità, impossibile a Roma?
Dal punto di vista dei
Giuli - famiglia dal sangue celeste perché discendeva da Venere – ad
Augusto doveva succedere uno dei tre figli di sua figlia Giulia. Invece,
dal punto di vista dei Claudi - famiglia nobilissima ma priva di sangue
divino – doveva succedere Tiberio, il primogenito di Livia.
Ha
provveduto la crudele sorte e la mortifera Livia a spianare la strada al
figlio: i tre figli di Giulia sono morti tutti giovani, uno o due
eliminati da Livia, e Tiberio succederà ad un Augusto scontento di avere
come erede il figlio di un nemico. Alla fine Livia ha prevalso su
Augusto, anche perché è stata lei a finirlo con funghi avvelenati: non
voleva che riabilitasse il terso figlio di Giulia, Agrippa, come era
intenzionato di fare.
Ma Giulia aveva avuto anche una figlia,
Agrippina, che ha sposato Germanico figlio di Druso, il secondogenito di
Livia. Nei piani di Augusto, Germanico avrebbe dovuto succedere a
Tiberio, ma Tiberio e Livia lo hanno fatto avvelenare e Agrippina è
stata esiliata a Ventotene, dove era stata relegata Giulia, sua madre.
Tiberio,
per spianare il futuro al proprio figlio Druso, ha proceduto nelle
stragi, eliminando i figli maschi di Agrippina, possibili rivali, salvo
uno, Caligola, che poi gli è succeduto, ma con pessimo risultato essendo
un folle. Era innamorato di sua sorella Drusilla e detestava detestato
le altre due sorelle, tra cui era Agrippina, l’autrice dei Commentarii,
l’ultima donna nelle cui vene scorreva il sangue celeste dei Giuli.
Agrippina
è riuscita nell’impossibile: sposare il successore di Caligola e cioè
suo zio Claudio, succedendo alla libidinosa Messalina morta ammazzata.
Ha sposato il principe con una sola idea in testa, che a succedere a
Claudio fosse, non Britannico figlio di Messalina, ma il proprio figlio,
dovuto a un altro Domizio Enobarbo, che Claudio avrebbe dovuto
adottare. Agrippina ha vinto Claudio come Livia aveva vinto Augusto,
anche perché ha ucciso suo marito con funghi avvelenati. Così suo
figlio, che era riuscito a farsi adottare da Claudio con il nome di
Nerone, è diventato imperatore. Nerone avvelenerà poi l’ultimo possibile
ingombro, cioè Britannico figlio di Claudio, di cui aveva sposato la
sorella, Ottavia.
Come Tiberio non sopportava le pressioni di sua
madre Livia, tanto da rifugiarsi a Capri, così Nerone non sopportava le
pressioni di Agrippina, tanto da farla ammazzare nel più rocambolesco
matricidio che la storia conosca. Ma le memorie di Agrippina
sopravviveranno nell’antichità - anche se non fino a noi –, nonostante
la furia distruttrice di Nerone (io penso grazie all'astuzia
dell'autrice e a un fedele liberto).
Insomma, Agrippina era figlia
di Germanico, l’imperatore che aveva trionfato sui Germani, ed era
sorella di Caligola, nipote e moglie di Claudio e madre di Nerone. A
essere imperatore toccava a lui ma a imperare doveva essere lei, e per
questo è stata esiliata.
Nessuno più di Agrippina conosceva le
verità dell’augusta casata, salvo i muri del palazzo. Ma i muri parlano
con le mani come i muti, cioè per icone, mentre Agrippina sapeva
apprezzare le architetture ed era anche una letterata.
Un’ultima
curiosità. Agrippina è stata partorita da sua madre Agrippina in un
campo militare sul Reno, Ara Ubiorum. Ma lei, come un generale
vittorioso, ha promosso l’elevazione di quell'abitato al rango di
colonia: Colonia Agrippinensium: la gran signora di Roma era diventata
la patrona degli Ubii, ormai chiamati Agrippinenses. E questa Colonia è
l’attuale Colonia, cioè Koeln.