il manifesto 7.10.17
De Petris: «I voti per lo Ius soli ci sono, li ho contati. Ora il Pd dica cosa vuole fare»
Intervista.
La capogruppo di Sinistra italiana al Senato e presidente del Gruppo
misto: «La legge sulla cittadinanza ha sicuri 157 sì, a Palazzo Madama, e
4 o 5 sono ancora in forse. Il tempo c’è: subito e dopo la legge di
stabilità. Se non si ha paura dei sondaggi»
di Eleonora Martini
«Che
sullo Ius soli non ci sia un problema di numeri ma solo di volontà
politica lo abbiamo dismostrato mettendoci lì, diligentemente, a parlare
con i senatori uno per uno e a contare i voti favorevoli. Il risultato è
157 sì, più 4 o 5 ancora in forse. La maggioranza c’è, ora tocca al Pd
dimostrare da che parte sta». Non è una sfida, quella di Loredana De
Petris, capogruppo di Sinistra italiana al Senato e presidente del
gruppo Misto, che insieme al verdiniano Riccardo Mazzoni ha preso
l’iniziativa di sondare la fattibilità dell’approvazione della legge
sulla cittadinanza in Senato. «Noi ci teniamo davvero a farla passare».
Ha fatto anche una ricognizione di voti tra le fila del Pd?
No,
siccome dicono che sono tutti a favore ho dato per scontato che il loro
voto fosse compatto. Perciò, escludendo il presidente Grasso che non
vota mai, ho conteggiato 98 sì dei democratici. Ora tocca a loro
dimostrare che è davvero così.
Ha dei dubbi?
Nel gruppo di
Ala 10 su 14 sono favorevoli, così come metà dei senatori di Gal, e ci
sono 4 sì tra i centristi e 10 nel Gruppo misto. Abbiamo incrociato le
verifiche e i numeri sono questi: siamo nell’area della maggioranza, se
riuscissimo a convincere gli incerti si arriverebbe alla maggioranza
assoluta. A questo punto cade l’alibi della mancanza dei numeri.
L’altro tema è quando: subito o dopo la legge di stabilità?
Io
preferirei subito, in questa finestra di due settimane che si è aperta
ora che abbiamo approvato la nota di aggiornamento al Def e fino al 25
ottobre, quando comincerà la sessione di bilancio, ma c’è comunque tempo
anche dopo la legge di stabilità.
Il Pd però dovrebbe mettere la
fiducia sullo Ius soli per evitare l’ostruzionismo della Lega. Lo può
fare con la legge di stabilità ancora da affrontare? E, a proposito, voi
votereste anche la fiducia?
Sì, lo faremmo per raggiungere lo
scopo. Vogliano mettere in sicurezza la legge di stabilità? Bene,
comunque possiamo affrontare lo Ius soli dopo, a gennaio. In pochi
giorni si fa.
Matteo Renzi vorrebbe però concludere la legislatura il 23 dicembre.
Sì,
però tutto dipende dalle variabili della legge elettorale. In ogni
caso, se si prende un impegno le camere si possono anche sciogliere a
fine gennaio, i tempi per votare ci sono ugualmente. Insomma, ci sono
ben due spazi temporali utilizzabili, qui c’è solo da dimostrare la
volontà politica.
Il conteggio dei voti è stato fatto, che lei
sappia, anche dalla ministra per i Rapporti con il parlamento
Finocchiaro, o dal capogruppo Pd Zanda?
Se l’hanno fatto non me lo hanno detto.
Cosa pensa del digiuno a staffetta a cui ha aderito anche il ministro Delrio?
Per
carità, sono ben contenta, abbiamo aderito anche noi all’iniziativa
simbolica. Speriamo anzi che crescano le adesioni come speriamo di
vedere alla manifestazione del 13 ottobre tutti i senatori che ne sono
convinti con i cartelli «Io la voto», in modo da metterci la faccia.
Però è un po’ paradossale che lo facciano i ministri, perché questo
dimostra che il problema sta tutto nello scontro interno al governo. Non
da un’altra parte.
Dalla sua ricognizione dei voti sembrerebbe che se c’è un problema è interno al Pd. O no?
Appunto, ed è ciò che deve spiegare il Pd.
C’è tanta paura, bisogna capirli…
È
così. E invece approvare questa legge a mio avviso significa dimostrare
che si va avanti nelle proprie convinzioni senza paura dei sondaggi.
Questo è uno strumento importante per immettere anticorpi e rafforzare
il sistema immunitario di un Paese dove sembra che dilaghi l’ondata
xenofoba ma dove invece non c’è solo il fronte rumoroso anti immigrati.
Affrontare l’ultimo passaggio in parlamento ci permette inoltre di
chiarire che la questione della cittadinanza a chi è nato o cresciuto in
Italia non ha nulla a che vedere con gli sbarchi. Al contrario, il
calcolo di chi dice «non è il momento giusto» non va molto lontano,
perché non si possono fare quotidiani appelli contro le destre e i
populismi, e poi accarezzare la bestia.