il manifesto 26.10.17
Austria, l’ultradestra quasi al governo
Esecutivo
entro Natale. Il vincitore delle elezioni Kurz verso l’accordo con la
Fpoe che punta agli Interni. E a Vienna scatta la protesta: «Nessun
potere a neonazisti e Burschenschaften»
Sebastian Kurz (a sinistra) stringe la mano a Heinz-Christian Strache della Fpoe
di Angela Mayr
VIENNA
Ieri sono iniziati i negoziati ufficiali tra il vincitore delle
elezioni Sebastian Kurz (Oevp) e il leader dell’ultradestra Heinz
Cristian Strache (Fpoe) per la formazione di un nuovo governo. Insieme
Popolari e Fpoe dispongono di 113 seggi su 183, mai dal ’45 in poi la
destra è stata così forte in Austria, e così a destra. Dopo tre ore si è
concluso il primo incontro, con dichiarazioni di entusiasmo reciproco.
Del resto ampie sono le convergenze tra il ministro degli esteri uscente
e la Fpoe su migranti, riduzione delle tasse, reddito di cittadinanza,
controllo dei confini. I negoziati per un programma comune di governo,
che verrà elaborato fin nei dettagli, non si concluderanno prima di
natale.
Il presidente della repubblica Alexander van der Bellen ha
già chiarito che approverà solo un governo di pronunciata fede pro
europea, un punto che potrebbe presentare delle difficoltà, e una lista
di ministri all’altezza dei loro compiti. In caso di fallimento dei
negoziati i socialdemocratici (Spoe) sono disponibili a sostenere
dall’esterno un governo di minoranza di Kurz solo.
IN
CONTEMPORANEA con i primi negoziati, a Vienna sono iniziate le prime
proteste di piazza. «Nessun potere di governo per ambienti di estrema
destra e neonazisti», lo striscione dell’organizzazione antirazzista
Sos-Mitmensch (sos-prossimo) ha accolto H.C. Strache in procinto di
incontrare Kurz. Da 10 giorni la ong austriaca gira la città con una
mostra itinerante che evidenzia l’intreccio di rapporti tra la Fpoe e
gli ambienti neonazisti, la faccia impresentabile della Fpoe che in
campagna elettorale è rimasta nascosta. Allo scopo è stato rinviato a
primavera prossima l’incontro internazionale delle destre estreme di
Linz previsto per questo settembre. L’anno scorso la Fpoe vi partecipò
insieme a gruppi neonazisti, e fece clamore. Al centro della denuncia di
Sos-Mitmensch, il giornale di area Aula che ospita articoli di stampo
neonazista e insieme pubblicità della Fpoe in reciproca simbiosi. Un
autore di Aula, Hannes Amesbauer, è tra i nuovi ingressi in parlamento,
ingressi che sono tutti sconcertanti con una massiccia presenza di
membri delle Burschenschaften, le corporazioni studentesche combattenti
che si basano sull’ideologia della Volksgemeinschaft, comunità di
popolo, concetto etnico razzista basato sull’origine. 21 dei 51 deputati
della Fpoe fanno parte di quelle organizzazioni, da H.C. Strache a
Norbert Hofer in giù. Non era mai accaduto. Nel 2000, al primo
esperimento di governo nero-azzurro di corporati ne erano solo 8. Joerg
Haider aveva eliminato il concetto di comunità di popolo dal programma
del partito, nel nuovo programma del 2011 è stato reintrodotto da H.C.
Strache e Norbert Hofer. Malgrado le apparenze più moderate, le
dichiarazioni contro l’antisemitismo, in realtà la Fpoe è andata più a
destra. E sta per andare al governo.
Sos Mitmensch ha annunciato
mobilitazioni di piazza e convocato la stampa per ricordare la vera
natura della Fpoe. Sarà affiancata da Bernhard Weidinger, esperto di
estremismo di destra del Centro di documentazione della resistenza
austriaca (Doew), e da Hans Henning Scharsach autore di La presa di
potere silenziosa. Hofer, Strache e le Burschenschaften (KM edizioni
2017).
IL COMITATO MAUTHAUSEN ha raccolto un dossier di 60 recenti
«casi singoli» di razzismo di esponenti di vario grado della Fpoe:
dalle ingiurie contro exdeportati del campo a quelle dirette contro
«Mister Carinzia» austriaco di origine iraniano. Rudolf Gebhard, un
sopravvissuto al campo di Theresienstadt, ha girato un video dove spiega
la natura delle Burschenschaften che nelle proprie liste d’onore degli
iscritti conserva ancora i nomi di criminali di guerra.
Ma perché
la questione Fpoe e ambienti neonazisti è rimasta fuori dalla campagna
elettorale? «Forse perché ormai c’è assuefazione per queste cose che da
anni si ripetono – risponde Weidinger del Doew – E poi c’è troppo delega
da parte delle persone alla magistratura che persegue il reato di
riorganizzazione e propaganda nazista, ma non fa i conti con l’estrema
destra». Per Hanns Henning Scharsach, «il maggiore successo della Fpoe è
stato di presentare la problematizzazione del suo rapporto con il
neonazismo come una questione del passato, e non del presente».
Forte
è la preoccupazione di un possibile ministro degli interni della Fpoe
che ha già rivendicato quel posto. Riserve su una scelta simile ha
manifestato anche il presidente della repubblica Alexander van der
Bellen, che dovrà approvare la lista dei ministri.