il manifesto 24.10.17
«Biotestamento subito». L’appello dei sindaci
Fine vita. Ventisette primi cittadini aderiscono alla mobilitazione dell'Associazione radicale Luca Coscioni
di Eleonora Martini
«Noi
sindaci sottoscritti, per scongiurare un nuovo passaggio alla Camera
che ne impedirebbe nei fatti l’approvazione definitiva, chiediamo che il
Ddl sul “Consenso informato e le disposizioni anticipate di
trattamento” sia trasmesso in Aula per il voto senza ulteriori
modificazioni, al fine di non lasciare senza risposta le attese e le
speranze di tanti cittadini».
Sono 27 sindaci di grandi e piccole
città italiane a mobilitarsi, questa volta, in favore della legge sul
biotestamento che da cinque mesi non riesce a schiodarsi dal Senato a
causa dell’ostruzionismo (con 3 mila emendamenti presentati in
commissione) di Lega, Fi e Ap. Tra i primi a firmare l’appello promosso
dall’associazione radicale Luca Coscioni (che si batte anche per la
legalizzazione dell’eutanasia), ci sono la prima cittadina di Roma,
Virginia Raggi, quello di Milano, Giuseppe Sala e gli omologhi Luigi De
Magistris (Napoli), Chiara Appendino (Torino), Luca Orlando (Palermo),
Federico Pizzarotti (Parma), Filippo Nogarin (Livorno).
Pochi
giorni fa erano stati i senatori a vita Elena Cattaneo, Mario Monti,
Renzo Piano e Carlo Rubbia a scendere in campo per portare a compimento
l’iter della blanda legge che riconosce appena il diritto a rifiutare
le terapie, compresa nutrizione e idratazione artificiali, ma che lascia
al medico l’ultima parola di disattendere le Dat qualora le ritenesse
«manifestatamente inappropriate o non corrispondenti alla condizione
clinica attuale del paziente».
La presidente della Sanità del
Senato Emilia De Biasi per l’ottava volta ha annunciato le proprie
dimissioni finalizzate a superare il passaggio in commissione e far
approdare il ddl direttamente in Aula. Giovedì prossimo, ha assicurato,
sarà la volta giusta.