il manifesto 1.10.17
Yom Kippur con marcia neonazista a Göteborg
Svezia,
10 arresti e 20 feriti. Movimento di resistenza nordica in piazza e
contromanifestazione negli stessi giorni in cui va in scena alla Fiera
del libro la polemica per lo spazio dedicato all'ultradestra. Le
preoccupazioni della comunità ebraica, sotto attacco nel "Giorno
dell'Espiazione"
di Camilla Martini
Una
manifestazione neonazista ha attraversato il centro di Göteborg nel
pomeriggio di ieri scatenando una contromanifestazione e tensioni con la
polizia, con un bilancio di 10 arresti e almeno 20 persone in ospedale.
Tra i fermati c’è Simon Lindberg, leader del Movimento di resistenza
nordica, organizzatore della marcia.
Si tratta della seconda
manifestazione neonazista nel giro di due settimane: la prima si era
tenuta senza permesso, mentre quella di ieri ha ricevuto l’approvazione
della polizia, pur con una modifica del percorso che prevedeva al
principio il passaggio davanti alla Sinagoga di Göteborg proprio nel
giorno di Yom Kippur.
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Secondo
il premier svedese Stefan Löfven «si stanno passando i limiti della
decenza. Se le forze neonaziste hanno il diritto di manifestare,
bisognerà cambiare le leggi per difendere la democrazia». Morgan
Johansson, ministro degli Interni, annunciato l’apertura di una
discussione in parlamento su come contrastare le forze anti-democratiche
nel Paese. Tra queste, rientrano a suo parere i Democratici svedesi,
che alle elezioni 2014 hanno raccolto il 12,9% delle preferenze.
Nella
costellazione di movimenti di estrema destra, si fa notare il Movimento
di resistenza nordica, che in Svezia conta un centinaio di aderenti. Il
fondatore, Klas Lund (condannato per tentato omicidio) viene dalla
Resistenza bianca ariana come quasi tutto il gruppo originario che fondò
il partito nel 1997. L’obiettivo del movimento è stabilire un governo
nazionalsocialista di razza nordica e alcuni membri hanno dichiarato
candidamente che la lotta richiederà spargimenti di sangue. Il gruppo è
considerato dai servizi segreti svedesi il più pericoloso. Più della
metà degli attivisti noti sono stati condannati per reati di vario tipo.
Uno dei suoi membri Hampus Hellekant, è stato coinvolto nell’omicidio
del sindacalista Bjorn Soderberg nel 1999. Il gruppo è sospettato di
essere coinvolto in alcuni episodi violenti degli ultimi mesi: tre bombe
su centri per rifugiati a Göteborg, moschee incendiate a Örebro,
Uppsala, Eskilstuna, Eslöv.
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Rispetto
alla definizione di questi attacchi come terrorismo, la posizione del
procuratore incaricato delle indagini sulle bombe di Göteborg, Mats
Ljungqvist, è ambigua: gli attacchi erano rivolti ai soli rifugiati,
perciò non hanno, a suo dire, scatenato il panico tra gli svedesi.
Intervistata da Radio Sverige, la storica svedese di origine colombiana
Edda Manga, si dice invece molto allarmata. «Abbiamo visto atti
terroristici di destra tutte le settimane, negli ultimi tempi. La
polizia non prende la cosa seriamente, i politici nemmeno e penso sia un
problema di egemonia bianca: non si sentono minacciati personalmente».
Un
altro ramo del dibattito riguarda la libertà di espressione di cui
dovrebbero per legge godere anche i gruppi estremisti. Manga sostiene
che la difesa dei diritti dei nazisti sia assurda e denoti una «grave
ignoranza della storia e delle basi della democrazia». Come lei la
pensano i più di 200 autori che hanno deciso di boicottare la Fiera del
libro di Göteborg a causa della presenza tra gli espositori del
settimanale di estrema destra Nya Tider (Tempi Nuovi). La direttrice
Maria Källsson, che l’anno scorso aveva ceduto di fronte alle pressioni
dell’opinione pubblica, difende ora strenuamente la propria tesi: «La
fiera non vieta opinioni. Non accettiamo tuttavia esibitori che vadano
contro la legge: questo è il limite che ci siamo posti».