il manifesto 19.10.17
Xi al Congresso del Pcc: «Ecco la nuova era del socialismo cinese»
Cina.
Tre ore e mezzo di discorso del segretario e presidente cinese ai
duemila delegati: «Rinnovare non è una passeggiata nel parco».
L'obiettivo è proseguire sulla strada di politiche interne miranti ad
allargare l’uguaglianza sociale attraverso un miglioramento delle
condizioni di vita
di Simone Pieranni
La
rivoluzione non è un pranzo di gala, lo sappiamo tutti, e ora Xi Jinping
ci ricorda che rinnovare il paese «non è come fare una passeggiata nel
parco».
Con la consueta verve retorica e ricca di riferimenti
colti, Xi Jinping con tre ore e mezzo di discorso di apertura al
Congresso del Partito comunista cinese, ha messo nero su bianco quanto
emerso in cinque anni di vertice: con lo stretto controllo politico del
Partito sulla società cinese, la difesa da influenze esterne e il grande
spirito del popolo cinese, la Cina entrerà in una «nuova era» nella
quale sarà spinto al massimo il socialismo con caratteristiche cinese,
ottenendo una moderata prosperità della popolazione e un ruolo globale
rilevante del paese.
Ieri Xi Jinping, il segretario del partito
comunista cinese dal 2012 e presidente della repubblica popolare dal
2013, ha aperto i lavori del diciannovesimo congresso del partito
comunista scandendo i successi ottenuti in questi ultimi cinque anni e
lanciando il paese direttamente verso il 2050, un anno dopo il
centenario della nascita della Cina popolare.
A quel punto, ha
detto Xi Jinping nel suo lungo discorso, la Cina sarà una grande e
moderna nazione socialista. I due fulcri per ottenere questo risultato
sono estremamente importanti per comprendere tanto il «pensiero» di Xi
Jinping, quanto la tendenza futura della Cina: il primo punto da
ottenere sarà quello che consentirà il raggiungimento di una società
moderatamente prospera.
Significa che la Cina, pur con le sue
contraddizioni ai nostri occhi, prosegue una strada di politiche interne
miranti ad allargare l’uguaglianza sociale attraverso un miglioramento
delle condizioni di vita di tutta la popolazione. Portando al paradosso
le parole di Xi, potremmo immaginarci questa tendenza: un paese formato
da una élite e da una stragrande maggioranza di popolazione da
annoverare quale «classe media».
Per ottenere questo risultato il
focus sarà il mondo rurale: è in quell’ambito che si annidano i milioni
di poveri ancora esistenti in Cina, sacche sociali rimaste indietro per i
difetti, che la dirigenza cinese conosce perfettamente, dovuti allo
straordinario sviluppo degli ultimi anni.
L’urbanizzazione e la
spinta su progetti edilizi e di grandi opere hanno lasciato indietro
fette di popolazioni che quelle strutture, di fatto, non possono neanche
sognarle, altro che viverle, farle proprie o concepirle come centro
della propria vita.
Non a caso Tuo Zhen, portavoce del 19mo
Congresso Nazionale del Partito comunista, ha ricordato che «la chiave
per l’edificazione di una società moderatamente prospera risiede nella
popolazione rurale. La vera sfida sta nel sollevare dalla povertà la
popolazione delle aree rurali più depresse del paese».
Dall’inizio
del suo mandato, ha ricordato il portavoce, il presidente Xi ha posto
il contrasto alla povertà al primo posto dell’agenda del partito,
«presiedendo a 17 importanti riunioni e ordinando 25 studi
sull’argomento». Tra la fine del 2012 e la fine dello scorso anno, il
numero di cittadini cinesi che vivono in condizioni di povertà, secondo i
dati ufficiali, è calato da 98,9 a 43,3 milioni
Il secondo
architrave della «nuova era» della Cina moderna e socialista concepita
da Xi Jinping è sicuramente la politica estera: Xi ha promesso un paese
aperto a investimenti stranieri, come ha sempre ribadito, ma ha anche
specificato la necessità di modernizzare le forze armate, vero e proprio
gap tra Cina e Usa. E ha ribadito che la Cina avrà un ruolo molto più
centrale che in passato sulla scena internazionale.
Da segnalare
poi alcuni avvertimenti; Xi Jinping ha specificato che «dobbiamo dire
con chiarezza che permangono elementi di inadeguatezza nel nostro
lavoro, e numerose sfide a venire».
La Cina, ha detto il
presidente, si trova a uno «stadio preliminare» del socialismo e il
paese è «sotto molti aspetti» ancora in via di sviluppo. Infine Xi
Jinping ha avvertito gli oppositori, esprimendo «ferma opposizione» a
chiunque possa minare l’unità del paese e – soprattutto – la sua
leadership: «Dobbiamo fare di più per proteggere gli interessi del
popolo e opporci fermamente a qualsiasi iniziativa possa arrecargli
danno, o allontanare il Partito dal popolo».