il manifesto 13.10.17
Austria, si profila un’alleanza tra popolari ed estrema destra
Elezioni austriache. Domenica le elezioni. I sondaggi premiano il partito xenofobo di Strache ed Hofer
di Angela Mayr
VIENNA
Circolano già liste di nomi di futuri ministri della Fpoe, l’estrema
destra xenofoba guidata da Hans Christian Strache. E rispunta un nome,
Norbert Hofer, ben conosciuto come candidato alle tormentate
presidenziali austriache. Ora si propone come futuro ministro degli
esteri. Queste le ultime notizie della radio austriaca pubblica Orf.
Meno di un anno fa Hofer era stato sconfitto dal candidato verde
Alexander van der Bellen diventato presidente della repubblica. Un epoca
fa. A pochi giorni dalle elezioni politiche anticipate di domenica gli
ultimi sondaggi confermano l’enfant prodige Sebastian Kurz, ministro
degli esteri del partito popolare (Oevp) stabilmente in testa da mesi,
al 33%. E registrano un dato nuovo, un balzo in avanti di Strache, al
secondo posto, dato da molti sondaggi tra il 25-27%. Nel corso della
lunga campagna elettorale era rimasto più marginale, mai sopra il 20%,
messo in ombra dall’astro luminoso Kurz, che non è un Macron ma
piuttosto uno Strache light. A ragione il leader della Fpoe accusa Kurz
di aver copiato il suo programma. Per capirne la vicinanza bastava
guardare il duello televisivo tra i due, la gara su chi fosse più
anti-migranti: «Ho criticato Merkel per l’apertura dei confini fin
dall’inizio» si è vantato Kurz che ha stretti legami con la Csu
bavarese. «Ma non ha potuto impedire l’invasione di migranti in Austria,
era al governo quindi è complice» ha rilanciato Strache. Kurz, ho
chiuso la rotta balcanica, no la replica di Strache, è stato merito di
Orban. E giù tra i due la gara su chi è più vicino al premier ungherese.
Non
era questa la linea del partito popolare di Reinhold Mitterlehner
vicecancelliere alleato di governo del cancelliere Christian Kern,
socialdemocratico (Spoe). Perciò Kurz ha lavorato per un anno dietro le
quinte con un piano generale dettagliato raccontato dal settimanale
viennese Falter come un vero golpe per bloccare ogni lavoro di
Mitterlehner. Esausto, a maggio il vicecancelliere ha gettato la spugna
dimettendosi dall’incarico e aprendo la strada alle elezioni anticipate
di domenica. Ogni partito corre per sé, sistema proporzionale puro,
nessuna opzione di coalizione trova un consenso sopra il 20%. Pare che
nessuna possibilità di governo possa avere la maggioranza senza la Fpoe,
se si eccettua la grande coalizione tra socialdemocratici e popolari,
quella che è caduta in maggio, fortemente improbabile. Un possibile
scenario, spaventoso, è quindi quello di un governo Kurz e Strache, già
sperimentato in Austria tra il 2000 e 2006, un’alleanza nero-azzurra
sostenuta da Joerg Haider, allora oggetto di sanzioni europee.
Domenica
andrà finire così? Alcuni sondaggi danno i socialdemocratici
surclassati al terzo posto intorno al 23%. Così in basso perché negli
ultimi mesi si è visto l’affaire Silberstein di dirty campaigning
occupare le prime pagine e la rete. Silberstein è un consulente politico
israeliano noto per la sua spregiudicatezza, chiamato dalla Spoe come
consulente e finito col gestire la campagna elettorale. Tanti gli
incidenti e gli scivoloni fino all’arresto, ad agosto, di Silberstein in
Israele per truffa e corruzione. Da allora ogni giorni sono uscite
nuove notizie sul sua eredità in casa Spoe. La più clamorosa: le pagine
fake su facebook per danneggiare Kurz: una chiamata «Noi per Sebastian
Kurz», un’altra scambiabile per una pagina Fpoe. Nel suo gruppo composto
prevalentemente da persone esterne al partito c’ era di tutto. Anche
chi lavorava per la Oevp di Kurz. Entrambi i partiti si sono denunciati
alla magistratura. I documenti interni della Spoe sono diventati di
dominio pubblico, pagine contro il capolista Kern. A tutto questo
bisogna aggiungere lo scontro in atto a destra intorno al ministro della
difesa Hans Peter Doskozil, quello dei panzer al Brennero fermato più
volte da Kern. E’ notizia di ieri l’inasprimento dei controlli
anti-migranti al Brennero con check point austriaci che controlleranno
da oggi i treni.
Gli ultimi giorni di campagna elettorale sono
frenetici, con addetti stampa che arrivano a picchiarsi tra loro,
collaboratori scelti che si dimettono o vengono mandati via. «Alla fine
Kern è rimasto solo e può solo guadagnarci», commenta il settimanale
Falter. Oratore eloquente, colto e preparato, stile ironico, nessuno
capisce perché si sia circondato di collaboratori così controproducenti.