lunedì 9 ottobre 2017

Il Fatto 9.10.17
Pisapia: “Addio Mdp”. A sinistra nuovo partito
“Buon viaggio col vostro 3%”: respinto l’aut aut che chiedeva di tagliare con i Dem. Art. 1 si unirà con Si e Civati: assise il 19 novembre
di Carlo Di Foggia

Neppure si erano tanto amati. I partiti della sinistra e Giuliano Pisapia separano i propri destini in una domenica d’ottobre. La rottura era, come si suol dire, nell’aria e ieri si è dispiegata. Al mattino Roberto Speranza, coordinatore dei bersaniani di Art. 1-Mdp, spiega al Corriere: “Abbiamo parlato troppo di noi, ora basta. Pisapia è naturalmente protagonista di questa storia, ma non si può più perdere un solo minuto. È diventata una soap opera insopportabile”. Letti i giornali, ottiene la risposta irridente del leader di Campo progressista: “Non c’è problema. Buon viaggio a Speranza. Non credo nella necessità di un partitino del 3% ma a una sinistra di governo”. Chiusa la parentesi, tocca ai protagonisti delle due formazioni attaccarsi via agenzie: “Pochi si erano accorti che egli ci fosse ancorà. Vuole allearsi con il Pd e Alfano ma noi non facciamo le ancelle” (Enrico Rossi, Mdp); “Speranza vuole la cosa rossa del passato” (Bruno Tabacci, Cp) e via discorrendo. Oltre lo strappo, l’altra certezza è una data: il 19 novembre prossimo, che Speranza lancia come giornata di una grande assemblea costituente per una forza unica della sinistra.
Per chi se la fosse persa, la storia è questa. Più o meno da quando è nato (febbraio) dalla scissione con il Pd, Mdp prova a convincere Pisapia a fare il “federatore” di quel che considera a sinistra dei Dem, che a loro volta corteggiano Pisapia. Dopo frecciatine e retroscena pilotati il tutto si è rotto in questi giorni. La frattura era nell’aria per vari motivi. Il primo è che, in vista delle urne, Mdp deve differenziarsi definitivamente dal Pd e quindi martedì è uscita dalla maggioranza (e dal governo) chiedendo una serie di misure sociali nella manovra. Così si è distanziata anche dalle truppe parlamentari di Pisapia (come l’ex Dc Tabacci), che dopo lo scontro di ieri si ingrosseranno (sono dati in uscita in 7-8 da Mdp). I bersaniani hanno deciso di andare verso un soggetto unico con Sinistra italiana e Possibile di Pippo Civati (aprendo anche a chi si è trovato a giugno al Teatro Brancaccio con Anna Falcone e Tomaso Montanari). In vista del 19, si voterà per nome, simbolo, programma e membri dell’assemblea del nuovo partito. C’è l’ok tanto di Nicola Fratoianni (Si) e Civati quanto di Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani,
Stando ai sondaggi, da quando ha avviato il balletto con Pisapia, Mdp ha perso metà dei pur virtuali consensi (ora è al 3% irriso da Pisapia). Una settimana fa il vertice ha quindi dato all’ex sindaco di Milano l’ultimatum: “Convoca tu l’assemblea”. Niente da fare e così è scattato il piano.
E ora? La nuova legge elettorale in discussione da martedì alla Camera (il “Rosatellum bis”) è scritta per premiare le liste civetta in aiuto dei partiti più strutturati. Molti dei “pisapiani” vecchi e nuovi possono essere tentati dall’appoggiarla (e convincere Pisapia). Che per ora lavora al suo “campo largo” (a fine mese si incontrerà con Prodi, Letta, Calenda e Bonino). Il Pd apre le porte: “Noi lavoriamo a un disegno ampio e inclusivo…”, dice Lorenzo Guerini.