Corriere 9.10.17
Rosato
«Non brindo alla rottura Ma rivedo Rifondazione e D’Alema dà le carte»
di Monica Guerzoni
ROMA «Non abbiamo brindato, assolutamente no».
Davvero, Ettore Rosato? Al Nazareno non si è festeggiato per la rottura tra Mdp e Pisapia?
«Nessun brindisi, noi continueremo a lavorare perché il centrosinistra sia unito».
Il divorzio riapre i giochi anche per il Pd?
«Questo
dipende dalle scelte che ognuno farà. Il nostro obiettivo lo ha
indicato Renzi in Direzione ed è un campo largo di centrosinistra contro
le destre e i populismi».
Sbaglia Speranza quando dice che il Rosatellum porta ad «alleanze farlocche»?
«Mi
sembra sia proprio il contrario. Nel momento in cui hanno visto che
facciamo sul serio hanno ripreso a soffrire della solita malattia, il
virus che vuole Renzi come nemico invece che Berlusconi, Salvini e
Grillo. La nuova legge elettorale invece consente le coalizioni, quelle
vere, quelle che metteranno in campo i candidati del centrosinistra
contro gli avversari».
La possibilità di un’alleanza con Bersani e D’Alema si allontana definitivamente, o è rimandata al dopo-elezioni?
«Non
ci si incontra dopo le elezioni, ci si incontra prima, dicendo agli
elettori con chi si sta. Al momento Mdp sta facendo Rifondazione
comunista. Ma almeno il Prc lo faceva per scelta ideologica, mentre loro
sono mossi solo dal rancore».
Speranza ha confermato che metteranno un loro candidato in ogni collegio. La sconfitta del Pd è inevitabile?
«Io
penso di no. Poi vedremo se gli elettori capiranno questa scelta, o se
premieranno piuttosto un progetto unitario che mette in campo tutte le
energie per tornare al governo».
Ci sarà una lista Pisapia in coalizione con il Pd?
«Pisapia
è una persona seria, che farà le sue scelte in autonomia. Lui sa che
noi lavoriamo seriamente a una coalizione ampia, vogliamo mettere
insieme e non dividere».
Convocando per il 19 novembre l’assemblea
costituente, Speranza ha spaccato il gruppo di Mdp-Articolo 1. Lei è
pronto ad accogliere i transfughi?
«Non c’è nessun contatto in tal
senso, non stiamo facendo una campagna acquisti. Non intendiamo
interferire con il cammino faticoso che c’è in quel pezzo di sinistra. È
certo che, quando leggo di colleghi che si preoccupano di non far
vincere la destra, stiamo dicendo le stesse cose. E questo mi fa
piacere».
Perché accusate D’Alema di essere il regista delle divisioni?
«Nessuno mi toglierà mai dalla testa che chi dà le carte lì e traccia la linea è Massimo D’Alema. Lo dico con rispetto».
Come vede le primarie della sinistra, per eleggere l’assemblea costituente di un nuovo partito con Fratoianni e Civati?
«Auguri.
Abbiamo già visto le primarie di Di Maio, vedremo cosa porterà la
fantasia in questo caso. Provino a chiedere ai loro militanti se
preferiscono un governo con il Pd oppure quello di Salvini o di Grillo,
forse scopriranno che sono più soli di quanto pensano».
I loro militanti temono un governo con Berlusconi.
«Lo
temo anch’io, per questo abbiamo fatto una legge elettorale che
costruisce le coalizioni prima e non concordo con chi vuole il
proporzionale puro, come i dirigenti di Mdp. Il governo con Berlusconi
lo ha fatto Bersani da segretario del Pd, quindi non vengano a darci
lezioni».
Cosa succede se Renzi incassa una batosta in Sicilia?
«Niente, le regionali siciliane sono le regionali siciliane».