lunedì 9 ottobre 2017

Corriere 9.10.17
«Buon viaggio al suo partitino del 3%» Pisapia liquida Speranza. Mdp si spacca
E le parole dell’ex dem dividono i suoi. E c’è chi accusa: lui e i big hanno deciso da soli, anche sull’assemblea
di Alessandro Trocino

ROMA Quella che ieri Roberto Speranza chiamava «una soap opera insopportabile» ha avuto ieri, proprio dopo l’intervista rilasciata al Corriere della Sera , una puntata particolarmente vivace. Con lo strappo, ormai non più rammendabile, tra Speranza e Giuliano Pisapia, ovvero tra Articolo 1-Mdp, a trazione bersaniana e dalemiana, e Campo progressista, a trazione ulivista. E con uno sbrego, minore ma non meno lacerante, che percorre internamente il partito di Speranza, con i deputati in rivolta, per non essere stati avvertiti del cambio di rotta repentino deciso dall’alto. E con la prospettiva di una fuoriuscita dal gruppo parlamentare.
A dare il la è Speranza, stufo di attendere il «Godot» Pisapia e soprattutto in netto disaccordo sull’«alleanza farlocca» con il Pd renziano. La replica di Pisapia non è conciliante: «Non c’è problema. Buon viaggio a Speranza e al suo partitino del 3 per cento».
A Pisapia rispondono in tanti. Miguel Gotor, a tono: «Ricambio gli auguri di buon viaggio a Pisapia, rimanendo in speranzosa attesa del suo partitone». Replica che si basa sull’assunto che Pisapia alla fine dovrà accontentarsi di un altro partitino, per poi finire inglobato dal Pd. Ma non è questa l’intenzione dell’ex sindaco di Milano, che nella manica potrebbe avere qualche asso da giocare, dalla presidente della Camera Laura Boldrini a quello del Senato Pietro Grasso, fino alla radicale Emma Bonino. Che vedrà, il 28 e 29 alla Convention europeista insieme a Carlo Calenda, Romano Prodi ed Enrico Letta.
Quanto a Mdp, Speranza dà appuntamento al 19 novembre per la Costituente. Sicuramente ci saranno la Sinistra italiana di Fratoianni e Possibile di Pippo Civati. Resta da capire se ci sarà tutta Mdp, viste le reazioni indignate degli esponenti «ulivisti» del partito. Da Giovanna Martelli («La data dell’Assemblea è stata decisa in una stanza») a Filiberto Zaratti («I big hanno deciso da soli»), da Nello Formisano («Comincio ad avere dubbi sul progetto») fino a Ciccio Ferrara, che è il vicepresidente di Mpd: «Non ci interessava la costruzione dell’ennesimo partitino, volevamo un movimento largo». Interviene anche il coordinatore Massimo Paolucci: «Amareggia la decisione di Pisapia».
Il nodo resta il rapporto con il Pd. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala spiega: «Non si può trattare il Pd da nemico». E il Pd renziano è soddisfatto: la rottura con Mdp e sinistra radicale apre la strada a un accordo con Pisapia.