Il Fatto 9.10.17
Il fascino delle promesse impossibili di Jeremy Corbyn, il “rosso” che piace
Facile sedurre la classe media che ha visto crollare il welfare. Ma quali sarebbero gli effetti delle sue ricette?
di Mario Seminerio
Tra
gli spasmi politici e le incertezze legate al percorso della Brexit, il
partito Conservatore britannico combatte una minaccia esistenziale: la
diserzione del voto giovanile e di ampi strati della classe media
lavoratrice, sempre più affascinati dal partito Laburista di Jeremy
Corbyn e dai suoi messaggi di “protezione”.
Durante la recente
conferenza di partito a Brighton, Corbyn ha rivendicato per il Labour
una nuova centralità politica da posizioni che si possono considerare di
sinistra estrema e dirigista, ad esempio in termini di aggressivo
controllo degli affitti e un imponente programma di nazionalizzazioni.
Corbyn ha gioco i facile, dall’opposizione, a suggestionare strati di
elettorato che non hanno mai recuperato dalla Grande Recessione. I
Tories, già alle prese con duri contrasti interni su tempi e modi della
Brexit, sono costretti a replicare a Corbyn secondo vari registri: da
quello ideologico del Cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond, che
ha definito il leader laburista un “dinosauro da museo”, a quello
compassionevole di Theresa May, inclusa blanda critica di maniera di
capitalismo e mercato, mentre insegue Corbyn promettendo congelamento
delle tasse universitarie (triplicate nell’ultimo quinquennio),
agevolazioni sul rimborso dei prestiti degli indebitatissimi studenti,
più edilizia sociale. Questa rincorsa dei conservatori a contenere le
mirabolanti promesse di Corbyn è destinata a fallire, per la distanza
dal morso della realtà che separa governo e opposizione, di fronte a un
elettorato sempre più incline ad ascoltare le sirene dell’alternativa
radicale dopo anni di forte compressione dei salari reali, crescita
dell’indebitamento per puntellare i consumi, costi crescenti per
l’abitazione e un welfare depauperato. Un’erosione di standard di vita
talmente vasta e profonda da aver indotto flussi elettorali che hanno
accentuato il bipolarismo e favorito il passaggio di elettori dai Tories
al Labour. Mentre nel resto d’Europa i partiti socialdemocratici
subiscono pesanti punizioni elettorali a vantaggio delle estreme, il
Labour, col suo messaggio “rosso antico”, gode di un momentum senza
precedenti.
Tutto ciò accade in un Paese dotato di moneta propria
che, secondo l’illusoria vulgata no-euro, avrebbe dovuto evitare o
contenere simili fenomeni di impoverimento delle classi popolari e
medie. Il punto è cosa accadrà a quelle stesse classi se Corbyn arriverà
ad attuare il suo programma. In un mondo di capitali mobili, le
economie nazionali non possono permettersi alcuno “splendido
isolamento”, ogni azione deviante e “punitiva” del sistema delle imprese
rischia ricadute distruttive su quegli stessi ceti deboli ed indeboliti
che si vorrebbe proteggere. Ma questi sono sterili sofismi, agli occhi
del popolo stressato.