Il Fatto 9.10.17
Scotto
“Non voleva che si votasse”
“Bisognava
uscire dalla malattia del leaderismo. Il politicismo di questi mesi ci
stava logorando e ha spinto molta gente ad andarsene. Abbiamo deciso per
un progetto in cui militanti e cittadini sceglieranno nome e membri
dell’assemblea costituente di una nuova forza della sinistra” dice
Arturo Scotto dopo la rottura con Pisapia.
Perché l’ex sindaco non ci stava?
Non
ho mai capito perché non volesse convocare l’assemblea. Qualcuno
pensava che bastasse un comitato di saggi per stabilire le modalità con
cui si selezionavano idee e gruppi dirigenti di questa nuova sinistra.
Massimo rispetto, ma noi pensiamo che i più saggi siano i militanti non
quattro persone in una stanza. Molti intorno a lui, vedi Tabacci,
credono che alla fine il centrosinistra non si possa fare senza il Pd e
senza il Pd di Renzi, che invece va battuto nelle urne. Il vincolo è la
difesa del popolo che ha sofferto i tagli alla sanità e il jobs act.
Basta guardare al disastro dell’Ilva. È il progetto di una sinistra
autonoma dal Pd e da quello che ha fatto in questi anni.
Mdp candida Speranza per la leadership?
La
leadership uscirà dall’assemblea – che sarà aperta a tutti – e potrebbe
anche essere duale, magari con una donna e un uomo. Io credo come
Speranza che sia il tempo di una nuova generazione che si carichi il
destino della sinistra e non sia ferma all’idea di una leadership
maschile e intesa come esercizio del potere.
Siete al 3% come dice Pisapia?
Le percentuali elettorali le decidono gli elettori, non le percentuali di titoli di giornale che si conquistano.