Il Fatto 6.10.17
Pisapia si fa barricadero: “Ho condiviso il no al Def”
Dopo
le polemiche a distanza dei giorni scorsi, l’ex sindaco di Milano sposa
la linea anti-governo sul palco di Mdp con Bersani, che rincara:
“Pronti a votare pure contro la manovra”
di Luca De Carolis
“Siamo
pronti a non votare la legge di bilancio, ma con un limite: la troika
non la facciamo venire”. Da un palco a Ravenna Pier Luigi Bersani lancia
il suo avvertimento condizionato al governo. Ma soprattutto incassa
l’appoggio di Giuliano Pisapia che, seduto accanto all’ex segretario del
Pd, scandisce: “La scelta di non votare il Def uscendo dall’aula del
Senato l’abbiamo condivisa pienamente”. Ed è la tregua.
Pisapia
giura di aver appoggiato Articolo 1 – Mpd nel suo scontro con il
governo, e buonanotte alle ricostruzioni sullo strappo nella cosa rossa.
Così ora la rotta concordata è ottenere segnali dal governo,
attenzione. Altrimenti saranno altri no, anche se la sinistra ex dem
giura di non voler mandare a gambe all’aria i conti. Bersani e Pisapia
lo assicurano nella serata davanti ai militanti di Articolo Uno. Sul
palco con loro Vasco Errani e il vicedirettore dell’Huffington Post,
Alessandro De Angelis, nel ruolo dell’intervistatore.
Si parte
proprio con Errani come protagonista. “Vasco” gli urlano dalla platea. E
l’ex commissario straordinario per il terremoto, già governatore
dell’Emilia Romagna, quasi si commuove. In maniche di camicia, parla per
primo: “Avevo fatto una scelta istituzionale difficile sul terremoto.
Ma ora torno alla politica, che è la mia passione”. Tradotto, è pronto a
ricandidarsi alle Politiche. Nell’attesa, sostiene: “Chiunque
strumentalizzerà il sisma ne pagherà il prezzo”. Però il tema è sempre
il no al Def. De Angelis ne chiede conto a Bersani, e lui rispiega la
linea: “Siamo riformisti e vogliamo discutere di quello che non ci
convince su lavoro, sanità, scuola e fisco. Chiediamo un segno”. E se
non arrivasse, potreste votare contro sul bilancio? “Sì, ma con un
limite. Non vogliamo la troika, e ci sono dei rimedi tecnici per
evitarla. E poi un aiutino il governo può comunque trovarlo…”. L’aiutino
è innanzitutto lui, Denis Verdini. E Bersani insiste: “Se invece di
discutere con noi preferiscono prendere la scorciatoia di cercare voti
da un’altra parte, vadano dove li porta il cuore…”. La platea batte le
mani. Poi però ci sarebbe Pisapia.
E allora, questo no al Def? Il
leader di Campo progressista la prende larga: “Siamo andati a Palazzo
Chigi (quattro giorni fa, ndr) non per parlare di legge elettorale ma
per chiedere risposte su temi fondamentali come sanità e lavoro. Ci
hanno promesso segnali per l’indomani, e infatti il ministro
dell’Economia Padoan ha detto alcune cose. Ci aspettiamo altri segnali”.
Dododiché, “la scelta sul Def è stata pienamente condivisa, in Senato
l’astensione è come il no, quindi siamo usciti dall’aula”. La platea,
diffidente, respira di sollievo. Però poi De Angelis stuzzica l’ex
sindaco: “Allora, il matrimonio tra Mdp e Campo progressista quando lo
fate?”. E Pisapia respinge gli anelli: “Io sono favorevole al
matrimonio, ma in politica preferisco la poligamia”. Se c’è Renzi però è
complicato, gli fanno notare, mentre la sala rumoreggia.
Ma l’ex
sindaco non sterza: “Dobbiamo mettere assieme tutte le case di sinistra,
ci sono tre milioni e mezzo di voti da recuperare. Io voglio un nuovo
centrosinistra. Certo, adesso nei confronti di Renzi sono sfidante…”. Un
“adesso” che provoca qualche altro rumore. Ma Pisapia spiega la sua
mappa, e in parte ricuce: “Dobbiamo elaborare sette punti di programma, e
fare una campagna unitaria”. Per il 19 novembre rimane fissata la
costituente “rossa”, e Bersani lo ricorda: “Abbiamo un mese e mezzo di
tempo”. Però ribadisce: “Voglio un’alleanza con quest’uomo come leader”.
E indica Pisapia. Per il resto, precisa, “sono d’accordo sui punti
programmatici, non possiamo andare alla carlona”. Però rimane un tema,
Massimo D’Alema. Errani va dritto: “D’Alema è una risorsa. E te lo dico
Giuliano, si è parlato di passo di lato per lui, ma per me esiste solo
il passo in avanti”. Ma Pisapia dribbla: “Certe polemiche, D’Alema o non
D’Alema, interessano solo certa stampa”. E così sia.